PANICO FRA I COLTIVATORI DI POMODORO DELLA PENISOLA SORRENTINA

4 agosto 2013 | 00:00
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PANICO FRA I COLTIVATORI DI POMODORO DELLA PENISOLA SORRENTINA
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PANICO FRA I COLTIVATORI DI POMODORO DELLA PENISOLA SORRENTINA: Tuta Absoluta, Tignola del pomodoro, chiamatela un po’ come volete, ma la responsabile è lei: Origini: Sud America (regione andina: Perù, Bolivia, Cile) La presenza in Europa: è stata rilevata inizialmente nel 2006 In Italia: le prime infestazioni su pomodoro sono state osservate nella primavera del 2008 in Calabria e nell’autunno dello stesso anno in Sardegna, Sicilia, Campania e Liguria. SINTOMI: Le giovani larve penetrano nei frutti, nelle foglie o negli steli formando delle gallerie o delle mine. Le gallerie possono in seguito essere invase da altri patogeni secondari. DANNI: La larva, dai costumi prettamente endofitici, appena nata si allontana alquanto dall’uovo (soprattutto quando questo viene deposto in gruppi) iniziando poco dopo a rodere l’epidermide dell’organo creando un foro di circa 0,15-0,20 mm di diametro: Foglie Sulle foglie si nutre del solo parenchima, scavan-do una mina che risulta inizialmente poco visibile perché sottilissima (circa 0,2 mm di larghezza) e lineare; dopo 5-10 mm essa comincia ad allargar-si rapidamente divenendo molto tortuosa e finen-do di solito per formare nell’ultimo tratto un’unica grande camera vescicolosa Frutti Sui frutti l’attività trofica delle larve si esplica in modo più vario. Le larve derivanti da ovideposizioni sul calice, data la ridotta grandezza di quest’organo, sono costrette dopo pochissimi giorni (1-3) ad abbandonare le mine prodotte per trasferirsi sul frutto, e ciò spiega la prevalenza di fori d’ingresso sotto i sepali del calice o nelle immediate vicinanze. I fori prodotti a distanza dal calice (localizzabili in qualsiasi punto della bacca, anche nelle zone più scoperte) sono invece generalmente dovuti a larve erranti, che non hanno potuto completare lo sviluppo su foglie e steli. Le gallerie, di calibro non superiore a 1-1,5 mm, non penetrano oltre il centimetro e mezzo di profondità e in ogni caso sono circoscritte alla polpa. I fori d’ingresso delle larve, se disposti intorno al calice, sono inizialmente poco evidenti (perché spesso coperti dai sepali). Dopo pochi giorni l’attacco si rende però manifesto, in quanto l’area interessata dalle mine invaia (inizia a virare al rosso) precocemente e intorno ai fori d’ingresso si forma spesso un accumulo di detriti neri (escrementi). I frutti possono essere colpiti in ogni stadio di sviluppo: se attaccati quando molto piccoli, si bloccano nello sviluppo o crescono stentatamente, evidenziando gravi malformazioni (strozzature, depressioni, ecc.). In seguito all’attacco, le bacche sono spesso invase da patogeni vegetali che, a partire dalle mine, portano a marcescenza l’intero frutto. DIFESA 1) Contattare il dott. Raffaele Starace (agronomo): 2) Seguire le indicazioni del Servizio Fitosanitario della Regione Campania (attenzione: FAI DA TE SENZA ME È PERICOLOSO) Elenco dei prodotti PRODOTTO/SOSTANZA ATTIVA Affirm/Emamectina benzoato Success/Spinosad Steward/Indoxacarb Laser/Spinosad Spintor/Spinosad Conserve SC Spinosad ALVERDE/Metaflumizone ATTENZIONE: FAI DA TE SENZA ME È PERICOLOSO Fonti: IA Luigi Sannino, Bruno Espinosa – STAPA CePICA NAPOLI