Tracce di rame nel fiume Sarno; si usa il metodo ottico sulle alghe

Il team di ricerca dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti “E. Caianiello” del Cnr, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, ha sviluppato un metodo ottico funzionale per quantificare la presenza di rame nelle acque del fiume Sarno e valutarne gli effetti sulle microalghe. Utilizzando una tecnica di microscopia innovativa chiamata Fourier Ptychography, il metodo consente di mappare migliaia di microalghe in una singola immagine con una risoluzione sub-micrometrica.

I ricercatori hanno impiegato le diatomee, microalghe, come biosensori per valutare gli effetti del rame. Hanno osservato che anche basse dosi di rame (a partire da 5 micromolare) possono causare stress nelle diatomee, cambiandone la forma, mentre dosi elevate possono portare alla fuoriuscita del citoplasma e alla morte delle microalghe. Questo è significativo perché il rame, uno dei metalli pesanti più diffusi, può accumularsi nelle microalghe, diventando un problema per gli organismi che si nutrono di esse e per gli esseri umani attraverso la catena alimentare.

Il metodo sviluppato può essere utilizzato per valutare rapidamente i livelli di inquinamento da metalli pesanti anche in altre aree, come le zone marine soggette ad attività estrattive o le aree con alta industrializzazione. Questo potrebbe aiutare nella formulazione di strategie di biorisanamento più efficaci e su larga scala, consentendo di comprendere meglio sia la capacità di rimozione degli inquinanti da parte degli organismi viventi sia gli effetti tossici che tali inquinanti possono avere su di essi.

(foto da salernotoday)

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