Le bozze dei testi unici in materia ambientale che sono state approvate il 3 ottobre scorso dalla Commissione sono stati accorpati in un unico Testo di legge.
Il Ministro Matteoli lo ha trasmesso, nei giorni scorsi, agli altri Ministeri competenti per la concertazione. Si tratta di un unico corpus normativo di 318 articoli, contenente le nuove disposizioni su VIA e VAS Ippc, Danno ambientale, rifiuti e bonifiche, tutela dell’aria, difesa del suolo, lotta alla desertificazione, tutela delle acque e gestione delle risorse idriche.
L’accorpamento, consentito dalla legge delega, è stato deciso per motivi di praticità e per accorciare i tempi di approvazione.
Il nuovo testo contiene alcune modifiche e suggerimenti forniti dai Ministeri delle Infrastrutture, dell’Economia e delle Attività Produttive.
Nella prima parte del testo sono enunciati gli obiettivi della legge, seguono sei parti relative ai diversi settori.
In tema di rifiuti, è da rilevare la conferma dell’intenzione di non considerare rifiuti e, quindi, di non assoggettare alla disciplina sui rifiuti, i sottoprodotti dei processi industriali.
Sulla valutazione di impatto ambientale permane la confusione relativamente allo stadio del progetto sul quale eseguire la valutazione: da una parte la Via è stata anticipata alla prima presentazione del progetto e, quindi, al preliminare, dall’altra si richiede di applicarla al progetto definitivo.
Ricordiamo che sulla normativa in tema di Via è in corso una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, che ritiene la normativa nazionale non sufficiente a garantire l’aggiornamento della procedura in caso di modifiche al progetto iniziale.
Dal Ministero spiegano che il nuovo Testo Unico comprenderà il 70-80% della normativa ambientale; restano escluse, per il momento, le discipline relative alle aree protette, all’inquinamento acustico e all’energia.
Dopo il passaggio ai Ministeri, il Testo andrà in Consiglio dei Ministri per poi passare all’esame delle Commissioni parlamentari per ottenerne i pareri. A quel punto il decreto tornerà a Palazzo Chigi per l’approvazione definitiva.