Finanziaria 2006 Fazio e Montezemolo: ´promossa con riserva´

19 ottobre 2005 | 00:00
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Finanziaria 2006  Fazio e Montezemolo:  ´promossa con riserva´

Il presidente di Confindustria vorrebbe più sostegni al Sud e alla ricerca. Palazzo Koch lancia l’altolà sui condoni: “Incentivano l’evasione”
Confindustria e Bankitalia promuovono la Finanziaria, ma con riserva.
Bene la riduzione del costo del lavoro, ma la legge è debole sul fronte del risanamento strutturale delle finanze italiane. Sono i punti che accomunano le osservazioni sulla legge di bilancio 2006 da parte di due “pezzi da novanta” delle istituzioni economiche italiane, pubbliche e private: Antonio Fazio e Luca Cordero di Montezemolo. Quest’ultimo, in un’audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha definito “responsabile” la manovra, riconoscendo che non è una “manovra elettorale”. Ma subito dopo ha aggiunto che è ancora “insoddisfacente” su alcuni punti, in particolare per quanto riguarda il settore del finanziamento aloa ricerca e all’innovazione. Montezemolo, forte delle previsioni del centro studi di Confindustria, evidenzia i segnali di ripresa nella produzione manifatturiera, ma rivendica un maggiore sostegno alle imprese, in particolare sul fronte fiscale. Apprezzando la riduzione del cuneo fiscale che grava sugli imprenditori, il presidente di Fiat e Confindustria fa tuttavia notare che “è stata finanziata, in buona misura, con entrate straordinarie, che vanno riassorbite”. L’unico modo per rendere strutturale la riduzione sarebbe infatti “agire sul lato delle spese”.
Meglio sarebbe, piuttosto, aumentare le tasse sulle rendite finanziarie: in Italia, ricorda Montezemolo, le tasse sulla finanza speculativa sono più basse di quelle che gravano sugli imprenditori. “Questo è assolutamente ingiusto – ha tuonato – è un fatto di coscienza civile”.
Montezemolo chiede maggiore impegno per il Mezzogiorno, ma attraverso l’introduzione di un fiscalità di vantaggio piuttosto che con la creazione di un banca del Sud, bocciata in quanto “si ipotizza la ricostituzione di un soggetto sostanzialmente pubblico, che farebbe concorrenza al lavoro delle banche”.
Sempre ieri, in Senato è stato ascoltato Antonio Fazio. Dimentico per un giorno delle polemiche sugli scandali, l’inquilino di Palazzo Koch ha svolto il suo ruolo istituzionale di “censore” della politica finanziaria del governo. Di ricordargli i suoi problemi di credibilità si sono incaricati i parlamentari dell’Unione, che hanno abbandonato l’Aula per protesta.
Come Montezemolo, Fazio “promuove” il taglio del costo del lavoro, definendolo “un punto rilevante della manovra” e che “dà immediato sostegno all’apparato produttivo”. Tuttavia, rileva che la riduzione della spesa “dovrebbe avere carattere strutturale salvaguardando il livello dei servizi pubblici”. Il governatore è convinto che esistano i margini per farlo, ma è necessaria una “collaborazione di tutte le amministrazioni”. Il punto dolente, al momento, è rappresentato dalla spesa sanitaria, che tende a gonfiarsi soprattutto per ripianare “debiti pregressi”.
Bacchettate al governo soprattutto sul fronte dei condoni: “Specie se reiterati – avverte Fazio – possono influire negativamente sul rispetto delle norme e quindi sulle potenzialità di gettito future”. Meglio sarebbe, come disincentivo al sommerso, una riduzione fiscale generalizzata.
Il giudizio è comunque nell’insieme positivo. “Se questa finanziaria viene completamente realizzata nella quantità e nella sua strutturazione, ci sarà un notevole passo avanti”, ha sostenuto il governatore della Banca d’Italia.