Noci senza più mercato, niente raccolta

28 ottobre 2005 | 00:00
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Noci senza più mercato, niente raccolta

Vico Equense. È stato il primo prodotto a far conoscere la Costiera nel mondo, eppure oggi la noce di SORRENTO attraversa un periodo di crisi. Coltivazione costosa e poco redditizia, produzione in calo, concorrenza di prodotti provenienti da altri paesi del Mediterraneo. Queste le cause del drastico ridimensionamento della presenza di questo frutto sui mercati nazionale ed internazionale. «Purtroppo la coltivazione della noce è troppo frammentata e questo rende impossibile ogni forma di meccanizzazione nel processo di raccolta», spiega Raffaele Starace di Moiano di Vico Equense. Conseguenze? «Quest’anno in molti hanno preferito lasciare i frutti sugli alberi piuttosto che chiamare gli operai per la raccolta, i cui costi spesso non sono neppure coperti dai proventi della vendita del prodotto», aggiunge l’anziano agricoltore. Intanto, proprio per risollevare le sorti di questa antica coltivazione lo scorso anno è stata avviata la pratica al ministero per le Politiche agricole per ottenere il riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta. «Solo così sarà possibile combattere la presenza di altri prodotti che spesso vengono commercializzati con l’etichetta noci di SORRENTO pur arrivando dalla Grecia o dalla Turchia», dicono i promotori dell’iniziativa. Tuttavia, anche per la stagione di raccolta appena conclusa i dati non sono incoraggianti ed anche la qualità comincia a risentirne. «Purtroppo con il passare degli anni i contadini hanno sempre meno interesse a conservare la coltivazione del noce e quindi prestano minore attenzione alla cura delle piante. Senza contare, poi, che purtroppo il sistema della commercializzazione attualmente sfugge al controllo dei produttori che sono penalizzati sui prezzi», chiarisce Luigi De Simone, produttore di Massa Lubrense. Insomma, ad essere a rischio è il prodotto-simbolo sul quale la penisola sorrentina ha fondato gran parte del suo sviluppo agricolo ed economico tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, basato proprio sul commercio delle famose noci di Sorrento. Le imbarcazioni, prima a vela, poi a vapore, che solcavano l’oceano in direzione dell’America sono un ricordo del passato, ma anche la testimonianza dell’importanza di una coltivazione che, anche se in misura minore, si protrae fino ad oggi con l’impiego di noci nella preparazione di liquori, gelati, dolci e formaggi.

Michele Cinque