Ravello. Anche un vigile urbano fra i denunciati dalla sezione navale della Guardia di Finanza di Salerno per abuso edilizio a Ravello. Il vigile, che è stato responsabile del settore urbanistico per il Comune, si difende, replicando che non vi sono stati aumenti di volumetria. Allarme degli ambientalisti, Italia Nostra denuncia il mancato controllo del territorio ed il rischio per la Divina di poter essere esclusa dall’Unesco. Dunque continuano le operazioni antiabusivismo che vendono nel mirino della sezione Navale della Guardia di Finanza di Ravello la Città della Musica. Decine di operazioni portate avanti dalle fiamme gialle in questi mesi, due le ultime contestazioni la settimana scorsa. Il territorio del comune di Ravello si conferma quello con il piu’ elevato numero di abusi edilizi scoperti dai militari della sezione operativa navale della guardia di finanza di Salerno. Si tratta, nel primo caso, di opere abusive realizzate su di un immmobile, a picco sul mare gia’ sottoposto a sequestri. La casa si trova al di sotto della chiesa di Castiglione e sarebbe un completamento di un abuso già contestato, fra l’altro, anche dai Carabinieri della Compagnia di Amalfi. Denunciati alla competente autorita’ giudiziaria i due proprietari, il responsabile della ditta esecutrice dei lavori e tre operai che dovranno rispondere dei reati di danneggiamento e deturpamento ambientale oltre alle violazioni in materia urbanistica.
Nel secondo caso si tratterebbe di una casa, a Castiglione, dopo le cantine San Marco, di proprieta’ di un vigile urbano di Ravello, Alfonso Marsico, realizzata, secondo gli uomini della Navale, in difformita’ rispetto ai titoli autorizzativi con la creazione di nuovi vani panoramici e con la cementificazione dello spazio antistante originariamente occupato da un limoneto, avrebbe potuto soltanto realizzare un deposito in luogo dell’abitazione edificata. “Non vi sono abusi edilizi consistenti in aumenti di volumetria, è un vecchio deposito di un giardino che io ho messo a posto – dice il vigile Alfonso Marsico -,c’è stato un cambio di destinazione d’uso non ho realizzato niente, non c’è stato alcun aumento di volumetria. E’ un piccolo spazio non facilmente utilizzabile, basta pensare che per arrivare nella proprietà è necessario percorrere 250 scalini. Mi è stato contestatoche lo spazio esistente in un’intercapedine è stato utilizzato come bagno, da qui l’abitabilità. Insomma, questo era un “vuttaro” cioè un deposito a botte,ho fatto dei lavori per cui ho presentato una Dia– continua Marsico -, per lavori in un deposito preesistente.Vi era un soppalco e se vogliamo calcolare la volumetria si tratta di 23 metri quadratima erano preesistenti, non vi è stato alcun aumento di volumetria.” Mentre si lascerà alla magistratura decidere sulla rilevanza e l’esistenza dell’abuso, gli ambientalisti lanciano l’allarme. “Il territorio non è sotto controllo e se si va avanti cosi la Costiera rischia di essere tolta dai beni tutelati dall’Unesco – sostiene la responsabile di Salerno di Italia Nostra Raffaella De Leo -. Non conosco l’operato specifico di tutte le operazioni, però i continui sequestri avvenuti sul territorio significa che, come noi abbiamo già sottolineato, la situazione non è sottoposta ad adeguato controllo a Ravello in particolare, ma anche nel resto della Costiera. Al di la del grande abuso – continua la De Leo -, questa continua microtrasformazione del territorio rischia di distruggere il territorio. Sono cose che si tendono a sottovalutare. Si è persa la percezione dell’illegalità dell’abuso. Se va avanti così l’Unesco potrebbe anche decidere di cancellare la Costiera Amalfitana daibeni tuelati.” Il sindaco di Ravello Secondo Amalfitano, forse impegnato come responsabile nazionale per i piccoli comuni, è irrintracciabile.
Michele Cinque