Virus aviario nella Russia europea, dall´Ungheria arriva un vaccino

21 ottobre 2005 | 00:00
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Virus aviario nella Russia europea,  dall´Ungheria arriva un vaccino

L’influenza aviaria si rinforza in Asia e si propaga alle porte dell’Europa. Ma dall’Ungheria arriva una buona notizia: è stato messo a punto un prototipo di vaccino.
Dai laboratori del Paese danubiano arriva la notizia di un probabile rimedio contro il micidiale virus che ha dato risultati positivi sugli esseri umani. Il vaccino è stato testato sul ceppo virale H5N1, che ha seminato oltre 60 vittime nel sud-asiatico. Nel frattempo la Commissione Ue sta preparando la decisione di estendere “l’embargo di pollame vivo e piume” (che attualmente riguarda le regioni est della catena degli Urali) ad altre regioni della Russia.
In Russia infatti è stato segnalato un ceppo influenzale nella regione di Tula, ad ovest degli Urali e quindi già in Europa. Intanto l’allarme continua a propagarsi nei Balcani: in Romania è stato accertato un secondo focolaio nel delta del Danubio, mentre un nuovo caso sospetto è stato segnalato in Macedonia. Le notizie più sconfortanti arrivano dalla Russia. Secondo le analisi di laboratorio, quello che ha colpito i polli in sette allevamenti del villaggio di Yandovka, 220 chilometri a sud di Mosca, è il micidiale H5N1, potenzialmente letale per gli esseri umani. Lo ha reso noto il ministero dell’Agricoltura. “I test di laboratorio hanno confermato che si tratta della versione più pericolosa del virus”, ha detto Nikolai Vlasov, vice-responsabile del dipartimento di controllo veterinario del ministero. “Il contagio – ha precisato Vlasov- è stato chiaramente portato dalle anatre selvatiche che sono da poco arrivate in un lago nelle vicinanze del villaggio coinvolto”. Circa 3mila polli della zona sono stati abbattuti a scopo precauzionale.
La Commissione europea è in stretto contatto con le autorità russe per monitorare la situazione nel Paese, dove già da tempo era stata accertata la presenza di un focolaio in Siberia a cui si aggiungono i nuovi casi molto più vicino ai confini dell’Unione europea. Lo ha affermato Philip Todd, portavoce del commissario alla Salute, Markos Kyprianou. “Nel caso in cui avessimo conferma dell’esistenza del virus in Russia – ha detto Todd – siamo pronti a prendere provvedimenti anche per quell’area”. Quanto alla Macedonia, nel Paese balcanico si sta procedendo all’abbattimento di migliaia di volatili dopo le analisi che hanno accertato il virus in una quarantina di uccelli morti. E’ previsto l’abbattimento di circa 10mila esemplari.
Intanto l’Onu ha chiesto che ogni Paese Italia compresa, nomini nei prossimi due mesi un ministro per seguire l’emergenza dell’influenza aviaria. L’auspicio è di David Nabarro, il più alto responsabile Onu per il coordinamento della crisi. Nabarro, il virologo che tre settimane fa le Nazioni Unite hanno incaricato di coordinare gli sforzi contro l’influenza umana e aviaria, ha detto che il provveidmento dovrebbe partire entro dicembre, altrimenti gli sforzi per dare una riposta globale alla pandemia potrebbero risultare troppo scoordinati e frazionati. “Mi piacerebbe vedere in ogni governo – ha detto Nabarro – una persona dotata dell’autorità di raccogliere insieme tutti i settori preparati a una pandemia, e rapidamente”.
Una prima risposta a livello nazionale è arrivata dall’approvazione, da parte della commissione Sanità del Senato, del decreto per fare fronte ad un eventuale influenza aviaria nel nostro Paese. Il dl è passato successivamente all’esame dell’Assemblea. Ben otto dei sedici emendamenti presentati in commissione sono stati però cancellati dalla commissione Bilancio per mancanza di copertura finanziaria. Fra questi quello che prevedeva l’assunzione ed il rinnovo dei contratti di veterinari che operano alle frontiere, ma anche quello che istituiva il sostegno agli allevatori attraverso agevolazioni nei contributi previdenziali e nelle rate di finanziamento per investimenti. Tra le novità quelle per l’ospedale Spallanzani di Roma, che viene trasformato in Istituto superiore per le malattie infettive ed è collocato sotto la vigilanza del ministero della Salute. Inoltre il governo dovrà trovare nella legge finanziaria 10 milioni di euro per gli istituti di zooprofilassi.