Consulta: “Illegittimi i tagli agli enti locali decisi nel 2004”

15 novembre 2005 | 00:00
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Consulta: “Illegittimi i tagli  agli enti locali decisi nel 2004”

La sentenza boccia la finanziaria dell’anno scorso. Insorgono le Regioni: “Incostituzionali anche i tagli della manovra 2006, il governo deve riscriverla” Per la Corte costituzionale, i tagli agli enti locali decisi dalla Finanziaria del 2004 sono illegittimi.
La sentenza della Consulta, giunta nel pieno della bufera che avvelena i rapporti tra governo, sindaci e governatori regionali, è benzina sul fuoco. Per gli enti locali anche la manovra 2005, che taglia i fondi quanto e più di quella precedente, è da riscrivere alla luce della sentenza. Ma il governo non è d’accordo su quest’ultimo punto.
La Consulta ha dichiarato l’illegittimità del decreto legge sul contenimento della spesa pubblica approvato con voto di fiducia nel luglio dell’anno scorso nella parte in cui vengono fissati per Regioni ed enti locali tagli alle spese per consulenze esterne, spese di missione all’estero, rappresentanza, relazioni pubbliche e convegni e spese per l’acquisto di beni e servizi.
Si tratta di vincoli che – si legge nella sentenza n. 417 depositata oggi in cancelleria – “non costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica, ma competono una inammissibile ingerenza nell’autonomia degli enti quanto alla gestione della spesa”.
La Corte, che si è pronunciata per rispondere ai ricorsi contro il governo delle Regioni Toscana, Campania, Val D’Aosta e Marche, ha parzialmente accolto i rilievi. La Consulta – si legge nella sentenza scritta dal giudice Franco Gallo e firmata dal neoeletto presidente Annibale Marini – ribadisce innanzitutto il principio per cui “le norme che fissano vincoli puntuali relativi a singole voci di spesa dei bilanci delle Regioni e degli enti locali non costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica” e “ledono pertanto l’autonomia finanziaria di spesa garantita” dalla Costituzione.
Anche se lo Stato (ammettono i giudici) può legittimamente imporre agli enti autonomi vincoli alle politiche di bilancio, può farlo tuttavia solo con “disciplina di principio, per ragioni di coordinamento finanziario connesse a obiettivi nazionali, condizionati anche dagli obblighi comunitari”. In altri termini, “la legge statale può stabilire solo un limite complessivo”. Ma, ed ecco il cuore della sentenza, è diritto degli enti stessi scegliere dove trovare le risorse fra i diversi ambiti e obiettivi di spesa.
Dopo aver ricordato un precedente analogo dell’anno scorso, la Consulta entra nel merito degli interventi urgenti per il contenimento della pesa pubblica promossi dal governo nel 2004 che “non fissano limiti generali al disavanzo o alla spesa corrente, ma stabiliscono limiti alle spese per studi e incarichi di consulenza conferiti a soggetti estranei all’amministrazione, alle spese per missioni all’estero, rappresentanza, relazioni pubbliche e convegni, nonché alle spese per l’acquisto di beni e servizi”. Tutte materie che secondo la Consulta non possono essere vincolate dall Stato, in quanto la Costituzione non prevede tali interventi.
“Adesso il governo cambi la Finanziaria”, dicono in coro le Regioni. “La sentenza conferma la fondatezza delle nostre critiche: a questo punto è necessario modificare la Finanziaria 2006 che nell’art. 3 ricalca esattamente l’impostazione del decreto bocciato dalla Corte”, dichiara il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. Ma il Tesoro per il momento tace e mostra sicurezza: “No comment e no problem”, replicano da via XX settembre, mentre il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, garantisce che “l’impatto della sentenza sulla Finanziaria è pari a zero”. Gli fa eco il ministro per le Politiche agricole Gianni Alemanno: “La sentenza non incide sul patto di stabilità e sui tagli complessivi ai trasferimenti agli enti locali, ma solo sulle indicazioni date alle priorità di tagli alla spesa di questi enti”, sostiene in una nota.
Ora che è stato dichiarato illegittimo il taglio alle spese contenuto nel dl della Finanziaria 2004, i Governatori vedono un autorevole argomento a favore della loro battaglia contro i tagli della Finanziaria di quest’anno. “Insisteremo a chiedere al governo un incontro – ha detto Martini illustrando le prossime mosse della Conferenza – ma intanto cercheremo anche una sponda a livello parlamentare e, soprattutto, cercheremo di parlare con Casini”.
Anche l’opposizione sposa la causa degli enti locali. Il diessino Pierluigi Bersani, in particolare, vede traballare la Finanziarian 2006: “Credo che ci possano essere profili di incostituzionalità. Abbiamo un governo che si proclama federalista, arriva quasi a rompere l’unità dello Stato, ma poi si dimostra di un centralismo mai visto”.

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