Furore. Sempre nell’occhio del ciclone la struttura del Furore Inn Resort, l’albergo a cinque stelle che doveva essere solo un complesso turistico-sportivo. Il complesso è stato costruito con soldi pubblici. Un finanziamento che ha avuto, formalmente, tutti i passaggi cartacei necessari, persino la presa d’atto della regolarità dello stato dei lavori per un’importo complessivo di otto miliardi e cento milioni di lire, pari al finanziamento iniziale richiesto, con delibera regionale della giunta Bassolino, la numero 5185 del 2 novembre 2000, che attesta la regolarità dei lavori, un atto formale, come i tanti avvenuti, successivamente al finanziamento ottenuto nel 1988 dalla Futura, presieduta dall’onorevole Renzo Lusetti, che facevano sempre riferimento ad una struttura sportivo-turistica. Che poi tale struttura abbia 25 camere, sala congressi e suite compresi, è normale, secondo i soci della Futura ma la realtà è ben diversa, la struttura è un vero e proprio albergo di lusso fornito di servizi e ristorante, per usufruire delle piscine, che dovrebbero essere pubbliche, bisognerebbe passare per la hall dell’albergo e, finora, nessuno ha visto la fila di cittadini pronti a tuffarsi in quelle vasche sul panorama mozzafiato. L’inchiesta è partita quindici mesi fa ed è ferma in Procura, un’inchiesta che ha visto sul banco degli accusati l’allora sindaco della Margherita Raffaele Ferraioli, ora capogruppo di maggioranza e presidente della Comunità Montana, discusso anche per la gestione dei Patti Territoriali di cui era presidente. Nonostante l’inchiesta la novità è che la Italian Touch Group, una società che gestisce una famosa catena di ristoranti in Inghilterra, gestirà il Furore Inn Resort, la struttura finita nel mirino della magistratura per la trasformazione da struttura sportiva, palestra con piscina, in un albergo a cinque stelle con centro benessere con i soldi pubblici.
L’opera era di una società mista pubblico-privata, la Futura Spa, con socio di maggioranza il Comune di Furore, e fu finanziata dalla legge 160/88 come complesso turistico-sportivo pubblico, per poi ritrovarsi alla fine un vero e proprio albergo che il Comune di Furore ha di fatto ceduto quasi totalmente ad un privato, il costruttore edile Aniello Lanzara, rimanendogli, dopo un aumento di capitale, in pratica il solo venti per cento.
“E’ un normale fitto di azienda – dice Aniello Lanzara -, la proprietà è sempre la stessa non è cambiata assolutamente nulla. Spero che non si dicano inesattezze.”
“Il Comune ha ancora una parte di questa struttura – dice il capogruppo di opposizione Giocondo Cavaliere -, chiederemo un consiglio comunale straordinario per sapere che sta succedendo.”
“E’ tutto in regola – dice il sindaco di Furore Raffaele Avitabile -, è stata un’operazione commerciale altro non sappiamo e non mi sembra il caso di parlarne così”
Intanto l’inchiesta Furore Inn, che vede indagati l’ex sindaco di Furore Raffaele Ferraioli, il parlamentare della Margherita Renzo Lusetti, in qualità di ex presidente del consiglio di amministrazione della società Futura e i componenti Aniello Lanzara, Alfonso Malacario, Tommaso Gentile e Francesco Paolo Sellitti, langue in Procura, il fascicolo, appeso da circa 15 mesi, è passato dal Pubblico Ministero Gabriella Nuzzi al Capo della Procura Apicella, dopo accertamenti dei Carabinieri della Compagnia di Amalfi e della locale Guardia di Finanza la Procura ancora non ha deciso se rinviare a giudizio o archiviare il procedimento.
I titolari della Italian Touch Group, sono Gianfranco e Teresa Cioffi, originari di Ravello, dove sono tornati in pratica dopo un trentennio e gestiranno il Furore Inn ed il ristorante annesso La Volpe Pescatrice per nove anni rinnovabili per altri nove.
“Abbiamo deciso di gestire il Furore Inn dopo trenta anni passati in Inghilterra dove ho gestito vari ristoranti – dice Gianfranco Cioffi -, questa struttura la ho presa dal primo febbraio stiamo facendo dei lavori e la inaugureremo il prossimo 19 marzo con una cena che si terrà al ristorante annesso all’albergo, La Volpe Pescatrice, con una chef donna Patrizia Bottone. Poi stiamo allestendo un altro ristorante a livello della piscina che si chiamerà Italian Touch come quelli del gruppo che ancora abbiamo in Inghilterra.”
Gestirete anche l’albergo?
“Certo, abbiamo già una tradizione in questo senso, la nostra famiglia discende dai Bonadies-Carrano che hanno alberghi a Ravello, abbiamo intenzione di rimanere aperti tutto l’anno, salvo un mese di chiusura a febbraio, abbiamo già dei clienti. Per l’occasione mi sono trasferito in Italia, ma sono indeciso se rimanerci, sto valutando la cosa, intanto ho contattato i vari tour operator.”
Ma sa che c’è un’inchiesta in corso?
“Sono al corrente del fatto che ci sono dei problemi, ormai la struttura c’è e voglio cercare di farla funzionare, mi hanno offerto questa opportunità di poter lavorare nella mia terra ed ho accettato la sfida.”
Michele Cinque