Piano di Sorrento – Il Delle Rose a Piano di Sorrento ci porta un’altra voce fuori dal coro, dopo Luttazzi Paolo Rossi che martedi sera terra il suo spettacolo. Un intrattenitore intelligente, divertente e dalla battuta tagliente. Paolo Rossi torna ateatro con uno spettacolo da lui scritto e diretto, Il Signor Rossi contro l’impero del male.. La pièce, scritta in collaborazione con Carlo Giuseppe Gabardini e Riccardo Piferi, è strutturata in quadri, monologhi, canzoni, sketch inseriti in una sorta di avanspettacolo civile, come si legge nello striscione posto a filo di proscenio sotto il palco. Un Paolo Rossi insolito che per l’occasione si traveste: in abito scuro e cappello anonimi veste la maschera del Signor Rossi, l’uomo della strada con le sue paure, perbenismi, pregiudizi e speranze. Sul palco, accanto all’artista friulano e ad Emanuele Dell’Acqua, che cura anche la direzione musicale dal vivo, si esibisce un folto cast di attori, danzatori, musicisti provenienti da più Paesi e con esperienze artistiche diverse: Sonia Aimiumu, Stefano Bembi, Kais Boumaiza, Alex Orciari, Laura Pozone e Rufin Doh Zeyenouin.
Biografia
Nato nel ‘53 a Monfalcone, milanese d’adozione, Paolo Rossi spazia da trent’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo: ma dovunque ha proposto il suo personale modo di “fare spettacolo” che, pur immergendosi appieno nelle tematiche dell’oggi, non prescinde mai dall’insegnamento dei classici antichi e moderni, da Shakespeare a Moliere a Brecht, alla amatissima Commedia dell’Arte. Paolo Rossi ha avuto l’immenso merito di accostare i pubblici del teatro e dei tendoni rock, e tanti dei suoi monologhi volano infatti come canzoni, con una presa mass-mediologica straordinaria, anche per quella sua incredibile capacità di dar sempre nuova vita ed idee ad un teatro non accademico che ha però il coraggio di non tradire le proprie radici storiche
Apprendista comico sulle pedane dei club, esordisce come attore nel ‘78 in “Histoire du Soldat” per la regia di Dario Fo. A lungo con la compagnia del Teatro Dell’Elfo, nel 1984 interpreta con grinta e passione “Nemico di Classe” diretto da Elio De Capitani, e nel 1985 “Amanti” e “Comedians” diretti da Gabriele Salvatores; veste poi i panni di Ariel ne “La Tempesta” con Carlo Cecchi.
Presto irrompe il suo personale e creativo modo di fare teatro: ecco quindi “Recital”, “Chiamatemi Kowalski”, “The Times They Are a-Changin’… Un’altra Volta … Again!”, cui seguono spettacoli dalla struttura originale che li fa definire “antimusical sociali”, tutti con la regia di Giampiero Solari: tra questi, “Le Visioni di Mortimer” (1988); “La Commedia da due lire” (1990), significativa esperienza di rilettura di un particolarissimo classico come “L’opera del Mendicante” di John Gay; “C’è Quel che C’è” e contemporaneamente il monologo “Operaccia Romantica”, nel 1991, con cui Rossi offre un quadro irriverente dell’Italia contemporanea, sollevando entusiasmi unanimi tra pubblico e critica. Nel ‘93 interpreta “Pop & Rebelot” e va in scena all’XI° Festival di Asti con “Jubilaum” di Tabori. E’ del ‘94 la sua personale rilettura della storia di Milano dal 1963 al ‘94, con lo spettacolo “Milanon Milanin”. Paolo è ormai personaggio centrale sulla scena italiana.
Anche il vasto pubblico delle platee televisive ha nel frattempo occasione di conoscerlo: la sua prima “avventura” sul piccolo schermo, quel “Su la Testa” su Rai 3 nel 1992, fa epoca e diventa la trasmissione del momento. Straordinario ed intelligente intrattenitore, Rossi, affiancato da Cochi e Lucia Vasini (compagna di molti dei suoi primi spettacoli teatrali), ha l’ulteriore merito di proporre al grande pubblico nella sua trasmissione, tra gli altri, personaggi come Aldo Giovanni e Giacomo, Antonio Albanese, Maurizio Milani, che vedono proprio da allora nascere la loro popolarità.
Il 1995 è un altro anno molto importante: l’idea straordinaria è “Il Circo di Paolo Rossi”, spettacolo itinerante che si sposta con una carovana ed una serie di tendoni per tutta l’Italia (100 repliche in due stagioni), col suo gruppo di 18 tra musicisti e attori/mimi (tra cui i prepotentemente emergenti Aldo Giovanni e Giacomo), divenendo in breve il vero e proprio fenomeno teatrale -e di spettacolo in genere- del momento.
Più di recente, Rossi si è concentrato nel suo personalissimo rapporto con i classici per narrare meglio il mondo contemporaneo: amati dalla critica ma soprattutto da un pubblico ampio e vario (da quello tradizionale delle stagioni in abbonamento fino a quello che si avvicina al teatro proprio per la curiosità suscitata da Rossi), ecco dunque l’intenso e colto “Rabelais” (1996), liberamente tratto dal “Gargantua e Pantagruele” di François Rabelais; l’originalissimo ed acclamatissimo “Romeo & Juliet – Serata di Delirio Organizzato” (1998), dove il pubblico, chiamato ad agire all’interno della rappresentazione, diventa senza possibilità di scampo parte integrante dello spettacolo; o, infine, “Questa Sera si Recita Molière – Dramma da ridere in due atti” (2003), in cui Rossi veicola forti riferimenti all’attualità all’interno di un’antica recita di guitti della commedia dell’arte, che rielaborano a modo loro scene tratte da una commedia di Molière.
Nel 2001, inoltre, scrive, dirige e interpreta “Storie per un Delirio Organizzato”, sorta di “laboratorio continuo” in cui coinvolgere il pubblico narrando storie di vario tipo: perché il pubblico, per lui, è e deve mantenersi vivo e partecipe anche quando assiste ad uno spettacolo.
In mezzo a tanta produzione dal vivo, c’è ancora bella televisione: nel ‘94/’95 Rossi partecipa alle molte puntate dell’originale “Il Laureato” di Piero Chiambretti, su Rai 3, e nel 1997/98 conduce il fortunato “Scatafascio”, trasmesso su Italia1, cui sono invitati vari altri attori e comici.
Nelle ultime due stagioni teatrali (2002/3 e 2003/04) Paolo Rossi ha portato al pubblico in una lunga tournèe seguita da oltre 150.000 spettatori, la sua creazione “Il Signor Rossi e la Costituzione – Adunata Popolare di Delirio Organizzato”, in cui affronta i temi della coscienza civica e politica del paese con la sua abituale intelligenza ed energia “comica”, appoggiandosi con chiarezza e determinazione su autentici “pilastri culturali” come i classici greci che parlano della tirannia, o il testo stesso della Costituzione italiana.
Il viaggio teatrale di Rossi nella coscienza civile, politica e sociale dell’Italia contemporanea prosegue nella stagione 2004/05 allargando lo sguardo verso il mondo, verso le altre culture e tradizioni con cui ci si confronta oggi mettendo in gioco ed alla prova il nostro senso civile e democratico. Gli avvenimenti recenti hanno infatti portato nuovi spunti di riflessione a chi, come Rossi, non ama chiudersi nel guscio sicuro e protettivo dei “generi” teatrali già collaudati, ma ama invece esporre ad ogni rischio, continuamente, la propria intelligenza e “vis comica”, confrontandosi con la realtà e con la vita: del resto, un personaggio come lui non potrebbe trovare altra motivazione per salire su un palcoscenico. Da qui nasce “Il Signor Rossi contro l’Impero del male”, progetto multiculturale a cui contribuisce un cast di artisti italiani e internazionali provenienti dalle più diverse esperienze sceniche. Non a caso le musiche dello spettacolo sono affidate a Franco Battiato, attento sperimentatore dei contatti tra le culture più lontane.
Michele Cinque