Centinaia di giovani organizzati dalla Parrocchia partirono da Positano subito dopo il terremoto per Ricigliano ricordiamolo. “Partimmo subito il giorno dopo e arrivammo di sera – racconta don Giulio Caldiero -, con due camion, prima la prefettura ci mando a Giffoni Sei Casali, poi da li ci mandarono a Ricigliano all’alba del giorno dopo dove cominciammo ad operare. Ogni tre giorni arrivavano venti-venticinque persone da Positano che si alternavano, ci fu un movimento di popolo, chi organizzava a Positano e preparava le cibarie ed il vestiario. Noi soprattutto ci prendemmo il compito di cucinare e preparavamo gli indumenti, i positanesi erano esperti in vestiario e furono molto utili, ma a seconda delle competenze facevamo di tutto. Apprestammo anche una farmacia. Fu un’esperienza molto importante e rimanemmo fino a Pasqua tutti i giorni. Il cenone di Natale lo facemmo li e cucinammo li durante le feste. Da Pasqua in poi ridimensionammo la presenza e facemmo un bel lavoro insieme con la caritas ed altri operatori. Abbiamo continuato dei rapporti, una sposa ebbe da noi un corredo, poi ci siamo rivisti, ci fu una medaglia che ci debbero cinque anni fa insieme ad altri volontari di Gemona ed Ivrea.” Il nostro paese non subì danni, ci fu il panico, la gente scappo dal cinema, che allora ancora c’era, ma quando si capi cosa era successo ai nostri fratelli tutti accorsero ad aiutarli gia il giorno dopo. Questo volevo essere un omaggio a chi ci andò e un ricordo che avremmo sperato qualcuno facesse.
Michele Cinque