Lo annuncia l’Istat, che ha preso in esame il periodo gennaio-ottobre 2005. Saldo import-export negativo per 8 milioni di euro.
La bilancia commerciale italiana ha archiviato i primi 10 mesi del 2005 con il risultato peggiore degli ultimi 14 anni. Si tratta del periodo gennaio-ottobre 2005. E a renderlo noto e’ stato l’Istat. L’istituto ha infatti sottolineato come il deficit e’ pari a 7.423 milioni di euro, il risultato peggiore dal 1991, quando i primi 10 mesi si chiusero con un saldo negativo per l’equivalente di 8.011 milioni di euro. Nello stesso periodo le esportazioni hanno segnato una crescita del 3,4 per cento e le importazioni del 6,6 per cento. A incidere sul forte deficit soprattutto le importazioni di petrolio e gas – il cui peso sul totale dell’import corrisponde a circa il 13,1%, contro il 10,2% del 2004 – che hanno registrato un saldo negativo di 32.566 milioni di euro rispetto a un deficit di 23.771 milioni di euro nello stesso periodo del 2004, con un peggioramento pari a 8.795 milioni di euro. Nel solo mese di ottobre si è registrato un disavanzo per gli scambi con l’Unione Europea di 26 milioni, mentre quelli totali presentano un deficit di 261 milioni. In percentuale, l’export verso i paesi Ue è cresciuto dello 0,5% annuo e diminuito dell’1,6% mensile, per l’import diminuzioni dell’1,5% annuo e del 2% mensile; nel complesso, l’export e’ cresciuto del 3,3% tendenziale e diminuito del 2,3% mensile, l’import e’ salito del 5,1% annuo e calato dell’1,3% mensile. Considerando ancora il solo mese di ottobre, tra i principali partner commerciali, si segnala un aumento tendenziale delle esportazioni verso la Spagna (+0,8%). Nel complesso dei Paesi, i più alti incrementi delle esportazioni si sono registrati nei confronti della Danimarca (+58%), del Belgio (+27,4%) e di Malta (+24,9 %). Le piu’ alte flessioni hanno riguardato Estonia, Cipro, Regno Unito e Irlanda, diminuiscono inoltre anche verso Francia (-2,9 %) e Germania (-1,7%). Mentre le importazioni dai Paesi maggiori partner commerciali sono aumentate dal Regno Unito (+1,6%) e dalla Germania (+0,3%). Considerando l’insieme dei paesi, gli aumenti più significativi delle importazioni hanno riguardato Repubblica Ceca, Malta, Cipro e Polonia. Le riduzioni piu’ marcate si sono registrate con Grecia, Estonia, Portogallo e Lettonia. Gli incrementi tendenziali più elevati delle esportazioni si registrano per i prodotti petroliferi raffinati e i prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali (entrambi +13%) e per i prodotti dell’agricoltura e della pesca (+9,4%); le maggiori flessioni si sono avute per i mobili (-9,8 %), per le macchine ed apparecchi meccanici e i prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi. I più ampi aumenti delle importazioni si sono registrati per i prodotti petroliferi raffinati (+37,7 %), per i minerali energetici (+37,2 %), per i minerali non energetici (+24,1 %) e per i mobili (+ 22,6%); le più elevate flessioni hanno riguardato l’energia elettrica, gas e acqua (-32,5 %), i prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (- 8,6 %) e i mezzi di trasporto (- 6,8 %).