I controlli via satellite non fermano il fenomeno abusivismo. Quest’anno a Sant’Agnello sono stati scoperti, in media, due nuovi scempi edilizi alla settimana. La maggior parte dei quali in collina. Negli ultimi tempi il Comune non ha disposto abbattimenti d’ufficio, in ogni caso le demolizioni sono state spesso evitate dai proprietari attraverso il meccanismo dei ricorsi al Tar. Situazione che ha fortemente penalizzato un’impresa di Battipaglia incaricata di demolire quattro villette abusive: due anni fa sembrava tutto pronto, poi è intervenuto il condono e infine le ordinanze di sospensione del tribunale amministrativo. Insomma, da un lato l’abusivismo viene più gestito che represso, per evitare l’impopolarità; dall’altro ci sono i numerosi escamotage cui ricorrono i proprietari per evitare l’abbattimento . Alla frequente tecnica di erigere case nottetempo in angoli del territorio meno controllati, si starebbe aggiungendo quella di ampliare i sotterranei, evitando così il controllo satellitare. «Quasi sempre le costruzioni scoperte hanno un solo piano e si estendono su una superficie compresa tra i dieci ed i cento metri quadrati – spiega il geometra Giuseppe D’Aponte, responsabile del servizio comunale abusivismo e condono edilizio -. Le tipologie di abusi più frequenti? Tettoie annesse ai fabbricati, comodi rurali, trasformazioni di vecchi manufatti agricoli in abitazioni, costruzioni di sottotetti, chiusura di verande». Intanto tra vecchi e nuovi abusi, l’ufficio tecnico è sommerso di richieste di condono: le 448 del 2004 si aggiungono alle 1.579 per quelli precedenti. All’ufficio tecnico spiegano che completare l’istruttoria delle precedenti sanatorie richiederà almeno altri sette mesi di lavoro. «Finiti i postumi del condono edilizio – dice Gian Michele Orlando, assessore al corso pubblico e alla pianificazione territoriale – l’abusivismo edilizio sostanzialmente è ritornato a livelli più contenuti anche se le statistiche parlano ancora di numerosi accertamenti. Il Comune di Sant’Agnello intanto sta lavorando a un sistema informativo territoriale (sit) che consentirà, grazie alla tecnologia informatica, di avere un più puntuale controllo del territorio».
Michele Cinque