Il Ponte se ne è andato all’alba, quasi di nascosto

13 gennaio 2006 | 00:00
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Il Ponte se ne è andato all’alba, quasi di nascosto


POSITANO. Il Ponte se ne è andato all’alba, quasi di nascosto, arrivato ieri non serviva più ormai e doveva far posto alle betoniere che altrimenti non avrebbero avuto spazio dove sostare. La legambiente, con un documento, attacca la politica degli “interventi post-evento” a causa della scarsa manutenzione che avrebbe prevenuto un pericolo segnalato da mesi, mentre partono le interrogazioni parlamentari (Sodano, Marrazzo e De Masi). I lavori per il muro sono iniziati nel pomeriggio di ieri, intanto si è lavoratosino alle 20, per cercare di aprire una carreggiata per lunedì.“E’ la solita storia: colpevole, scarsa attitudine all’indispensabile azione di continuo monitoraggio e manutenzione  a favore, invece, degli interventi post-evento – dice il presidente regionale di Lega Ambiente Michele Buonuomo -; a danno avvenuto. Ed ecco che si preferisce spendere più soldi, creare disagi, prevedere interventi che vengono e vanno. E i pendolari, la costiera attendono”. “Adesso è prioritario risolvere i disagi dei cittadini e dei turisti, ma visto che siamo in un paese dalla memoria corta , speriamo che la lezione possa servire per il futuro.La frana –prosegue Buonomo– molto probabilmente è derivata dallo scadimento del muraglione, o dell’insieme muraglione-terreni di fondazione, preannunciato da sintomi che dovevano essere colti per tempo ed invitare ad un pronto intervento già mesi (o anni?) fa. Ma- conclude il presidente regionale di Legambiente– intervenire sui sintomi renderebbe di più, costerebbe complessivamente meno, eviterebbe tante catastrofi, disagi e vittime. E darebbe anche maggiore occupazione. E per questo che forse si preferisce investire su  inteventi post-evento. Sappiamo che intervenire in situazione di emergenza, soprattutto  nella nostra regione, offre  maggiore discrezionalità e  libertà di spesa. E con quello che ne consegue.”


“Questa vicenda è semplicemente scandalosa – dice l’ex deputato Franco Di Comite, che è di Positano -, non si possono tollerare queste incapacità. Bisogna individuare i responsabili di tutto questo.”


“Quella di utilizzare il lato della carreggiata intatto – rimarca il sindaco di Positano Domenico Marrone – era una delle due soluzioni possibili, studiate per riattivare la circolazione veicolare, assieme al ponte. Che non è stato montato solo perché non dava ampie garanzie di sicurezza, in quanto scavando a fondo ci si è resi conto che dove si pensava ci fosse roccia si è trovato terreno. E, dunque, era troppo rischioso, soprattutto per l’incolumità pubblica, andare avanti con l’ipotesi ponte. Inoltre se i tempi per la riapertura parziale dell’arteria si sono allungati di 24 ore, guadagneremo giorni preziosi quando tutti gli interventi saranno terminati, in quanto per lo smontaggio del ponte saremmo stati costretti a chiudere il transito per almeno 48 ore”.


“Una delle ultime operazioni, prima del manto d’asfalto, sarà completata con la sistemazione del materiale lapideo che colmerà l’intercapedine compresa tra il muro e la parete rocciosa – spiega il sindaco di Positano – Entro le 12 di lunedì la strada verrà riaperta a sensi di marcia alternati”. Intanto, anche le associazioni positanesi intendono avere chiarimenti sulla vicenda che è accertato sia avvenuta per i rischi, resi evidenti da mesi per le crepe nell’asfalto, derivanti dal cedimento del muro di contenimento (la perizia effettuata dall’Autorità di Bacino ha scongiurato problematiche connesse alla geomorfologia dei luoghi) sia per i ritardi


Michele Cinque