Sto sulla frana in attesa del ponte che non arriva.. Mi viene in mente “Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati.. Un silenzio pieno di inquietudine e domande, ma, a differenza del romanzo di Buzzati, anche di certezze. Domani, dopodomani, forse fra tre giorni, ma anche quattro, finalmente si passerà. Un paese fragile che però non si è fatto mettere in ginocchio. Una strada crolla, per l’ignavia della gente. Non è un disastro improvviso venuto dalle forze della natura, era annunciato. Le crepe erano evidenti da mesi, la strada si era abbassata, il pericolo era stato segnalato. La pioggia incessante, come lo è d’inverndo di solito, ha svuotato quel poco che c’era da svuotare ed è venuto meno il tutto. Il sindaco, gli uomini della protezione civile, alcuni cittadini ora sono qui ad attendere il ponte. Simbolo del ritorno al moderno. Intanto gli studenti corrono ancora a piedi e i positanesi trasportano le merci a spalla in attesa della fine di una vicenda assurda quanto evitabile. L’autosnodato col ponte è in cammino, questione di minuti e arriva. Poi bisognerà montarlo e ci vorranno due o tre giorni, salvo imprevisti, per poter passare.
Mi. Ci.