I Ds contrattaccano a tutto campo sulle accuse di collateralismo nelle spregiudicate operazioni della Unipol e del suo presidente Giovanni Consorte. Massimo D’Alema e Piero Fassino, i principali leader della Quercia, ribadiscono di non essere coinvolti nelle vicende della compagnia di assicurazioni bolognese, di proprietà delle cooperative “rosse”, e respingono al mittente le accuse.
Fassino, ospite della trasmissione “Radio anche noi”, ha denunciato quella che secondo lui è una “vera e propria vile aggressione” nei confronti dei Ds e del loro segretario. La pubblicazione delle intercettazione telefoniche delle sue conversazioni con l’ex ‘patron’ dell’Unipol Giovanni Consorte, ha ribadito Fassino, non contenevano alcun valore ai fini dell’indagine della magistratura. E sarebbero piuttosto un atto di “puro sciacallaggio” da parte del “Giornale” su “una telefonata innocente, priva di qualsiasi equivoco e di contenuti ambigui”.
“Sono d’accordo parola per parola con Fassino”, ha detto D’Alema in serata durante la puntata di “Porta a porta”. Il presidente della Quercia respinge le accuse al mondo delle cooperative e torna a sostenere la strategia aziendale della compagnia bolognese, fondata anche sul tentativo “legittimo” di dotarsi di una grande banca. Anche se ammette che l’Opa su Bnl era un tantino azzardata: “Era un progetto utile – chiarisce il presidente dei Ds – ma che dobbiamo considerare azzardato: non ha avuto adeguate alleanze e quelle che aveva erano sbagliate”. Sbagliata o no che fosse, D’Alema ribadisce di non esservi mai stato coinvolto. Quanto ai contatti con Consorte, le conversazioni con il presidente di Unipol non hanno lasciato segni indelebili nella memoria del leader diessino: “Non ricordo conversazioni con Consorte – ha detto D’Alema – forse sarà capitato”. E comunque, nonostante l’intervento della magistratura sia “doveroso”, la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche “è un reato che va perseguito”. O meglio, “un gioco al massacro” che non deve essere consentito. Nessuna autocritica quindi da parte di D’Alema, piuttosto un attacco a Berlusconi: “Se Gnutti è un finanziere spregiudicato – osserva il presidente dei ds – il presidente del Consiglio è suo socio possedendo una parte delle azioni della società finanziaria dello stesso Gnutti”.
In difessa dei leader diessini sotto accusa interviene il leader della Margherita, Francesco Rutelli: “Confermiamo a Piero Fassino e al suo partito, di cui siamo alleati, piena fiducia e piena certezza della personale correttezza ed onesta”. Nella vicenda Unipol, tuona Rutelli, la Cdl è responsabile delle “vergognose strumentalizzazioni messe in atto contro i Ds”.
Di tutt’altro tono, ovviamente, gli interventi della maggioranza. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel suo intervento a “Porta a porta” accusa la sinistra di avere una “concezione totalitaria del potere”. L’intreccio tra interessi politici ed economici, secondo Tremonti, nella sinistra nasce da “concezioni primitive del potere come quello del ‘mandarino’ che si occupa di tutto”.
Quanto al mondo delle cooperative, il ministro picchia duro, e le accusa né più né meno che di incostituzionalità: “La Costituzione – spiega Tremonti a ‘Porta a porta’ – accorda un regime fiscale di favore alle cooperative in quanto hanno un regime di mutualità e non fanno speculazioni, mentre la Unipol ha fatto due scalate in cinque anni”.