Adolfo Bella un simbolo di Positano

29 marzo 2007 | 00:00
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Adolfo Bella un simbolo di Positano

Positano. E’ scomparso un simbolo di Positano conosciuto in tutto il mondo, Adolfo Bella. O semplicemente Adolfo e il suo stabilimento ristorante a Laurito. Quando si pensa “Da Adolfo” a Laurito a Positano si pensa, da New York a Sidney, senza mezzi termini, al paradiso. Un angolo dove Adolfo creò un “rifugio” dovetrovarono riparo tutti i poeti della beat generation, al seguito di Gregory Corso, scrittorima anche psicoterapisti, che li vivevano in piena libertà vivendo “la parte nascosta” del proprio sè, come ha ricordato Fernanda Pivano, qui amava trascorrere le sue giornate Fabrizia Ramondino, i Nomadi, Leopoldo Mastelloni, attori e registi. Ma Adolfo Bella non era solo un “pezzo di storia” di Positano, era, e pochissimi lo sapevano, anche un eroe della resistenza, riconoscimento avuto con unamedaglia d’oro perchè con la brigata Julia, nome di battaglia Jim, a Borgotaro,nel 1944 fece saltare un ponte sul fiume Taro salvando decine di famiglie. Fu nel lontano 1966 che Adolfo “Pinkerton”, come era soprannominato, Bella, positanese d.o.c., con sua moglie la statunitense Lucille, creò l’omonimo ristorante situato sulla spiaggia di Laurito a Positano.Adolfo e Lucille si erano conosciuti, innamorati e sposati a Positano. Avevano già tre figli – Sergio, Melania e Daniele – quando iniziarono quella che allora fu definita “un’avventura”. Adolfo, durante la seconda Guerra Mondiale fu fatto prigioniero e internato nell’isola di Creta. Durante la prigionia ebbe modo di conoscere le atrocità della guerra vissute ogni giorno sulla sua pelle, ma conobbe anche la bellezza selvaggia della natura dell’isola che si stampò per sempre nella sua mente. Terminata la guerra, Adolfo ritornò nella sua Positano e decise di vivere nella sua piccola e selvaggia spiaggia di Laurito: qui e solo qui avrebbe costruito un piccolo luogo di accoglienza per coloro che volevano ristorarsi nel silenzio e nella bellezza della natura. Mitiche le sue mozzarelle, distese su foglie di limone selvatico, e guai se i ragazzi non si arrampicavano sui dirupi per prendere proprio quelle foglie di limone, le braci di pesce pescato fresco poi sono rimaste ancora leggendarie nei racconti positanesi. Adolfo e la sua spiaggia erano qualcosa che non si può raccontare, un luogo dello spirito, che rimane sempre vivo nell’aria sospesa fra lo spazio e il tempo che ha fatto di Positano qualcosa che è rimasto nel profondo dell’anima di chiunque lo abbia conosciuto.Oggi a distanza di 40 anni la spiaggia di Laurito, con il suo ristorante, sono diventati, nonostante la loro “selvaggia semplicità”, un luogo di appuntamento nazionale e internazionale che ha attratto divi e dive, politici e magnati, artisti e gente semplice i quali ritornano, tutti, sulla spiaggia del Ristorante “da Adolfo” a Laurito. Oggi, come 40 anni fa, sulla spiaggia di Laurito si arriva via mare, su di un gozzo sorrentino, le redini della conduzione sono passate a suo figlio Sergio. Sul gozzo sormontato da un grosso pesce di legno dipinto di rosso non si vedrà più Adolfo ma tutti sono sicuri che lui è rimasto qui nel suo paradiso.

Michele Cinque

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