Sorrento e il randagismo

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Sorrento (ANTONIO FIENGA) Il comune di Sorrento, a partire dal 1996, ha stipulato convenzioni con privati per l’affido familiare, fino a riuscire a sostenere il mantenimento di 32 cani, ex randagi, raccolti sul territorio sorrentino spesso tra la vita e la morte, oggi ospiti amorevolmente curati dagli affidatari. Per la modica cifra di 2,05 € al giorno, l’amministrazione comunale era riuscita a trovare una soluzione efficientissima ai canili. I cani in questione, per una cifra molto più che modica ( e assolutamente concorrenziale rispetto alle richieste economiche di un canile), hanno avuto un posto in cui vivere, una cuccia, due pranzi al giorno, pulizie quotidiane. E carezze. La sezione penisola sorrentina della Lega Nazionale per la difesa del Cane, capeggiata dalla dott. Gloria Zingaro, in tutti questi anni ha fatto sì che il numero dei cani tolti dalla strada grazie all’affido familiare, non aumentassero, sostenendo personalmente le spese dei numerosissimi altri randagi raccolti sul territorio, promuovendo le adozioni e le sterilizzazioni, investendo tempo, danaro, energie. Occupandosi inoltre dei numerosissimi cuccioli che un paio di volte all’anno vengono abbandonati nelle famose “zone rosse”, nei contenitori dell’immondizia, o addirittura fuori le case dei volontari dell’associazione.

Il Comune si era mostrato ben posto riguardo l’argomento randagismo, ed era inevitabile che l’associazione e i volontari tutti non abusassero della disponibilità delle istituzioni. In silenzio e meticolosamente, il più delle volte investendo di tasca propria, sono state salvate numerosissime bestiole, senza coinvolgere inutilmente le istituzioni. Dimostrando che, per l’associazione, l’obiettivo unico era quello di proteggere e dare una mano a cani e gatti.

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