VICO EQUENSE, SCOMPARE FRANCO AUTIERO

VICO EQUENSE- Cordoglio negli ambienti culturali della Penisola Sorrentina e non solo per l´improvvisa scomparsa di Franco Autiero, scenografo e autore teatrale. Autiero aveva 63 anni, molti dei quali dedicati al teatro, una passione che lo ha unito ad Annibale Ruccello di cui e´ stato scenografo. Docente di Storia dell´arte, ha saputo appassionare alla materia migliaia di studenti. Negli ultimi anni la verve narrativa di Autiero aveva integrato quella di apprezzato scenografo. ´´Matamoro, canto penitenziale di due voci itineranti´´, ´´Polveri condominiali´´, ´´Ambo´´, questi alcuni dei titoli di opere vincitrici di concorsi nazionali.

Il forte legame con Annibale Ruccello era stato recentemente riproposto a Napoli assieme a Enzo Moscato. Autiero aveva anche scritto il volume sugli affreschi giotteschi della cappella di Santa Lucia a Massaquano e la storia di Vico Equense nella piantina edita dall´Azienda di Turismo, ma ha scritto anche un pregiato libretto sul restauro dei quadri della chiesa di Santa Maria del Castello, la frazione che si affaccia su Positano e il mare della Costiera Amalfitana . Franco Autiero e´ scomparso al Cto di Napoli. Al dolore della moglie Vincenza Alvino e della figlia Valentina si sono associati amici e istituzioni culturali. Significativo il messaggio sul manifesto del suo istituto, il liceo classico Virgilio Marone di Meta dove si commemora la ´´rara figura di educatore e uomo di cultura, che ha avvicinato intere generazioni di studenti della Penisola Sorrentina ai grandi temi dell´arte e della conservazione dei beni culturali e ambientali del territorio´´

I più lo ricorderanno per le scenografie di «Ferdinando», lo spettacolo più fortunato di Annibale Ruccello, più volte trasmesso anche in tv. Ma Franco Autiero, scomparso ieri al Cto di Napoli, era molto di più: drammaturgo, regista, scrittore, storico dell’arte e della letteratura e talvolta attore. Insomma un intellettuale a tutto tondo, un umanista moderno figlio di quella provincia colta e curiosa (era nato nel 1945 a Vico Equense dove viveva in una sorta di fecondo «buen retiro ») dalla quale era partita la sua ricerca teatrale intrecciata alla «colonna stabiese» (Ruccello e Lello Guida) della Nuova Drammaturgia Napoletana. Fu cioè uno dei pilastri di quella scrittura post-eduardiana cresciuta alle falde del Vesuvio tra fine anni ’70 e inizio ’80 e di cui furono compagni di strada Enzo Moscato, Manlio Santanelli, Francesco Silvestri, Fortunato Calvino e ovviamente Ruccello. Fra i suoi testi più conosciuti «Ambo», che nel 1993 vinse il premio Madonna, poi pubblicato nel ’98 da Eidos, e messo in scena all’ultimo Benevento Città Spettacolo da Lello Giulivo e Ernesto Lama. E ancora «Espiantati », affidato ad Alessandra Borgia, «Sale degli Esposti», segnalato al premio Riccione, «La trapassata delle trapassate» del ‘96, «Miserabilia » fino a «Metamero» messo in scena nel 2000, vincitore del Premio Candoni nel 1995. L’anno scorso, infine, fu interprete con Moscato e Guida di «Assoli», un documentario di Domenico Sabino su Ruccello, con cui aveva collaborato anche nella cooperativa Il Carro-Teatro Nuovo. Le esequie oggi alle 16 nella chiesa di San Ciro a Vico.