Capua (CE). Guida Libri. Segmenti convergenti
Capua. Segmenti convergenti.
Da sabato 3 a mercoledì 21 maggio 2008 saranno visibili alla “Guida Libri” di Capua opere di Lucia Buono, Maria Pia Daidone, Angela Rapio, Myriam Risola.
Sarà inaugurata alla Libreria Guida di Capua [Corso Gran Priorato di Malta, 25 81043 Capua;tel. 0823.62.29.24] sabato 3 maggio 2008, alle ore 19, la mostra “Segmenti convergenti”, con opere recenti di Lucia Buono, Maria Pia Daidone, Angela Rapio, Myriam Risola, che hanno segnato positivamente l’arte nell’area pugliese e nell’area campana, nonché mediterranea, e risultano ben conosciute a livello nazionale, grazie a partecipazioni a rassegne visive di ampio respiro e di alto livello.
Contributi ed interventi critici di: Pino Cotarelli, Franco Lista, Nando Romeo, Antonino Scialdone e Maurizio Vitiello.
CD e cataloghi in galleria delle quattro artiste.
Orario: 9.30-13.00/16.30-20.30; domenica e lunedì mattina chiuso.
Sino a mercoledì 21 maggio 2008.
Questa mostra vuole essere un segnale, seppur minimo, di verifica dello stato dell’arte in Italia.
E’ un incontro tra artiste pugliesi, Lucia Buono, Angela Rapio e Myriam Risola, ben conosciute a livello nazionale, che hanno partecipato a varie rassegne e manifestazioni, e Maria Pia Daidone, che all’ultimo “Expo Arte” di Bari ha suscitato unanimi consensi per ciò che ha esposto, su segnalazione del critico d’arte e curatore di mostre Giusy Caroppo, con la galleria “Link Arte” di Barletta, dell’architetto Parente.
Lucia Buono ha sempre riconosciuto nel mare e nelle sue radici fonti ideali d’ispirazione.
Si è tentati d’intendere isuoi lavori come offerte di conchiglie di mare in cui si raccolgono profumi e odori, brezze e venti, sabbia e calure.
Segmenti e segni, segnature e segnacoli scrivono un fondo pittorico ben articolato, quasi una filosofia visiva tutta imperniata ad intendere il fascino del mediterraneo, una solarità femminile, un abbraccio di eventi ed un respiro di epoche.
I lavori dell’artista pugliese si offrono per incontrare il mare, le sue onde, il suo fascino estremo e i suoi orizzonti perduti.
Le redazioni pittoriche dell’artista ed, in particolare, sagome dal sapore magico, di recentissima datazione, su cui insistono anche segni, segnacoli, segnature, graffi, incisioni, strofinature, accostamenti di sacro e profano, raccolgono le vertigini del nostro tempo e ci rimandano a tempi antichi, in cui un graffito si interpolava come primo significativo elemento segnico-simbolico di interpretazione e di comunicazione sociale.
Le opere di Maria Pia Daidone provengono dall’icasticità del mondo antico e si offrono nella qualità di una teoria di dettagli antropologici contemporanei di rilievo.
Angela Rapio con le recenti sensibilità accoglie uno sversamento di umori ulteriori, di “mappe del mondo”, di “geografie umane” tutte indirizzate a rastrellare e a sollevare quasi un “humus glocal”.
Nelle circonferenze, ritagliate ad uovo, si sommano i vecchi momenti ed i nuovi esercizi, più liberi nelle spaccature e nelle lacerazioni e nella realizzazione sciolta, fluente, dinamicamente armoniosa, che vuole intendere un mondo trattabile nel contesto di un’universalità accettata.
Myriam Risola riesce a far respirare nelle sue opere fantasia e libertà. Fantasia di colori e di segni e libertà esecutive in una teoria di codici del novecento sfiorano isole di sogni, piattaforme di dissonanze, liturgie cristiane, geometrismi di radice araba, silenzi mussulmani ed inni alla vita.
Tutto è centrifugato ed in settori o in pieghe di ventagli s’insinua il “jolly” ed orizzonti di topografie fantasmatiche si stagliano ed accettano soluzioni su soluzioni, quasi a voler generare un nuovo linguaggio, che possa abbracciare una pluralità di versioni.
Maurizio Vitiello