SANTORO E TRAVAGLIO IN COSTIERA AMALFITANA

27 aprile 2008 | 00:00
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SANTORO E TRAVAGLIO IN COSTIERA AMALFITANA

Il duo del giornalismo critico di sinistra in Costiera Amalfitana, mentre Michele Santoro è di casa, Marco Travaglio invitato a Tramonti al V premio giornalistico Pietro Tagliafierro del 2 maggio è una rarità. Anche a Ravello si cominciano a vedere dei Vip (al Caruso giocatori della nazionale italiana e il patron del Napoli De Laurentis, che pare porti fortuna alla squadra partenopea).Toglieteci tutto ma non il duo manette. Perché loro, Michele Santoro e Marco Travaglio, sanno ancora dare alla tv di Stato quel tocco di fine giustizialismo “ad unico indirizzo” che altri non sono in grado di fornire. E poi, ammettiamolo visto i risultati elettorali dello scorso weekend, portano anche fortuna. Il duo, nell’ultima puntata di Anno Zero, ha dato del suo meglio anche perché in studio c’era persino lui, special guest, il valore assoluto, il Guardasigilli in pectore, insomma Antonio Di Pietro. Ed allora il duo manette si è, come per incanto, trasformato per una sera in un trio che faceva invidia a quello Lescano e, a fungere da coristi, anche il professor Sartori, l’architetto Massimiliano Fuksas (il cui “colto” intervento è finito su Striscia la Notizia) e una serie di giovani leve (per la verità un po’ incazzate) tutte del Pd, come se “dall’altro schieramento” di gioventù non vi fosse stata traccia.
Con Cazzullo del Corriere a fungere da ago della bilancia, il ruolo di vittima sacrificale di turno è toccato al collaboratore del Giornale (e per di più craxiano di ferro) Filippo Facci.

Certo, non si può dire che il manetta-show sia stato il simbolo dell’equilibrio (almeno per quanto concerne la “diversificazione” delle voci, sembrava più un uno contro tutti), però è stato bello: tutti a dar giù a Berlusconi, qualche bottarella a Veltroni (con l’apparentato Di Pietro che si è guardato bene dal difenderlo in alcun modo) e ritorno (con facile ironia annessa) sulla definizione di “eroe” attribuita da qualcuno al mafioso Mangano che era stato definito tale perché non aveva sottoscritto la pseudo-verità costruita da qualche pm per tentare di coinvolgere qualche avversario politico. Spettacolo memorabile e che, come detto, porta anche bene almeno elettoralmente parlando.

Su Cavaliere, stavolta lasci stare il Santoro alle proprie elucubrazioni manettare ben fiancheggiato dal Travaglio del quale – apro una parentesi – mi viene in mente l’altrettanto memorabile editoriale sull’Unità dello scorso 14 marzo. Lì, tra l’altro, si poteva testualmente leggere: «A Milano un giudice dopo 8 mesi non ha ancora scritto la sentenza di condanna a carico di fior di mafiosi, nel frattempo usciti». Fantastico il portavoce delle procure se non fosse che di 8 sono trascorsi anni e non mesi: la differenza, tutto sommato, non è poi così irrilevante!
Lasciateceli in video, i magnifici due, magari ancora accompagnati dalla sinistra contessina. Un’unica raccomandazione per chi dovesse essere invitato al programma del duo e non appartenga al clan dei giustizialisti: accertatevi di non essere il solo invitato a pensarla diversamente da Santoro e Travaglio. In caso contrario, declinate cortesemente l’invito e lasciateli da soli a farsi e godersi la festa. Mentre Santoro è di casa in Costiera Amalfitana (ha parenti a Scala e Positano) per Marco Travaglio è la seconda volta dopo il libro presentato a Positano l’anno scorso nell’ambito della rassegna Domina Royal curata da Angelo Ciaravolo.