A Nocera Inferiore apre museo nel monastero di Santa Chiara
Venerdì 23 maggio nel monastero di Santa Chiara a Nocera Inferiore (Sa), sarà inaugurato dalla soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio di Salerno e Avellino il museo allestito nell’antico Cellarium. L’idea è nata per salvaguardare sia i preziosi oggetti d’arte sparsi in vari ambienti del complesso cenobitico, sia i dipinti conservati in luoghi non accessibili alla fruizione del pubblico. Tutto ciò, inoltre, consentirà alle pregiate opere d’arte di restare vicino all’originaria destinazione e fare da polo attrattivo nel circuito culturale del territorio. Un accurato intervento di restauro ha restituito, nel coro delle monache, un affresco risalente alla seconda metà del XIV secolo che rappresenta un tipico prodotto della cultura giottesca diffusasi dopo il soggiorno napoletano dell’artista fiorentino. La sua iconografia è molto importante, in quanto ripropone un’immagine cara ai regnanti angioini: “La Madonna allattante”. Interessante è anche la decorazione cosmatesca, tipico gusto decorativo della tarsia marmorea, dipinta sul frontale del trono che esalta i valori cromatici. La Madonna è raffigurata seduta in trono con il Bambino che si aggrappa al seno materno. Per quanto concerne la struttura dell’aula museale, è organizzata da un tavolato ligneo e tre volte di arconi che ripartiscono l’aula in quattro campate. Una preziosa collezione di oggetti d’arte, occupa le spaziose arcate che ritmano le pareti laterali. Punto focale di tutta la descrizione è la grande rappresentazione del “Golgota”, che occupa l’intera parete a ridosso della chiesa. La storia raffigurata, risalente ai primi anni del Cinquecento, è un’opera d’arte di grande impatto visivo: una meditazione sulla passio Christi, basata sulla compartecipazione mistica del fedele all’evento sacro attraverso il concetto dell’immagine.
Il percorso espositivo si articola su un solo livello: l’antico Cellarium che ospita tutta la sezione espositiva. Una volta liberati gli ambienti del Cellarium da materiali impropriamente conservati, lo spazio ricavato è stato adibito all’esposizione delle opere d’arte e degli arredi sacri. Sculture, dipinti, oreficeria, manoscritti, tessuti, si presentano in buono stato di conservazione, e quindi idonei per essere accolti nella piccola aula museale, valorizzati e ammirati dal pubblico. Tra gli oggetti esposti una preziosa platea che consente di stabilire l’inizio dell’attività agraria dell’antico cenobio, a partire dalla seconda metà del Seicento; una lettera autografa di Sant’Alfonso; dei messali con coperta d’argento e una raccolta di piccoli dipinti del XVIII secolo; un’opera di Angelo Solimena del 1680 e tanti altri oggetti della devozione monastica. Esposti anche alcuni preziosi paramenti sacri in seta a ricami in oro; un paliotto ricamato del XVIII secolo, prodotto dell’attività manuale monastica; un corredo di argenti, tra i quali spiccano alcuni pregevoli calici settecenteschi, opere di maestri argentieri napoletani; un turibolo e corone sulle quali sono incastonate gemme e pietre preziose. Il corredo per la statuaria, presenta elementi molto importanti, come il “Bambino benedicente”, scultura lignea del XVIII secolo, la statua dell’”Immacolata”, realizzata secondo le tecniche dei pastori settecenteschi, ed “Ecce Homo” della fine del XVII secolo: tutte opere che facevano parte della devozione religiosa delle monache.