Non ci sono solo la detassazione degli straordinari e l’azzeramento dell’Ici nel primo pacchetto di misure varate dal governo Berlusconi. A sorpresa, ieri a Napoli, il governo ha infatti annunciato un accordo con il sistema bancario che consentirà di trasformare i mutui in essere dal tasso variabile al tasso fisso. E, soprattutto, di tornare a pagare la rata calcolata sui tassi del 2006, prima dei rialzi.
«Udite udite, le famiglie potranno rinegoziare i mutui» ha annunciato soddisfattissimo il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, spiegando ai giornalisti, appena terminato il Consiglio dei ministri, l’accordo tra il governo e l’Associazione Bancaria. Spinta sulla strada dell’accordo, annunciato poi a Milano in serata, «dalla moral suasion del premier e dalla fiscal suasion del sottoscritto» ha aggiunto Tremonti. Riconoscendo «lo sforzo fatto dalle banche», ma confermando che a giugno subiranno comunque una stretta fiscale, come le assicurazioni e le altre società, probabilmente anche quelle petrolifere, che hanno goduto negli ultimi anni di «profitti di congiuntura ».
L’intervento sui mutui «non è un miracolo, ma un sollievo per le famiglie che negli ultimi due anni si sono trovate con il mutuo variabile e i tassi in aumento e lo stipendio fermo» ha aggiunto Tremonti. L’accordo di rinegoziazione potrebbe riguardare 1 milione 300 mila famiglie e comportare una riduzione della spesa (nell’ipotesi di un mutuo da 80 mila euro a 20 anni) di 850 euro l’anno. Pagando la rata al tasso fisso del 2006, alla scadenza del mutuo se i tassi medi del periodo sono stati più elevati, si allungherà la durata del contratto, mentre nel caso opposto, ha spiegato Tremonti, «i cittadini saranno rimborsati ».
«Togliendo l’Ici e un po’ di mutuo, pensiamo anche di togliere un po’ di angoscia che si è accumulata in questi anni nelle famiglie» ha aggiunto il ministro. L’azzeramento dell’Ici riguarderà la prima casa (escluse ville e case di lusso), ma anche garage e pertinenze, e avrà effetto immediato. Nel pacchetto varato dal governo c’è anche un decreto per la detassazione del salario variabile, rappresentato da straordinari e premi di produttività, che verranno assoggettati ad un’aliquota secca del 10%. Gli sgravi, per ora sperimentali e applicabili al solo secondo semestre del 2008, saranno applicati a tutti i lavoratori dipendenti con redditi non superiori a 30 mila euro ed entro una franchigia di 3.000 euro.
Per finanziare queste misure il governo procederà a una serie di tagli di spesa. O, come ha detto Silvio Berlusconi, «i capricci di spesa e i regali agli amici fatti dal precedente governo». Sotto le forbici di Tremonti sono caduti un bel pezzo degli interventi decisi con il milleproroghe a febbraio (108 articoli per una spesa di un miliardo) e parte delle risorse stanziate con la Finanziaria. La copertura per ora si ferma a 2,6 miliardi, anche se l’intero pacchetto varato ieri ne costerà 4. «Sull’Ici non abbiamo ancora i dati definitivi e la copertura integrale— ha spiegato Tremonti— arriverà a giugno con gli altri provvedimenti», compreso quello sulle banche che consisterà in un ampliamento della base imponibile.
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Il primo giudizio dell’opposizione sulla manovra del governo è piuttosto negativo. «Misure deludenti e inadeguate » ha detto il ministro ombra dell’Economia, Pierluigi Bersani, annunciando «battaglia in Parlamento». Più sfumata la posizione di Enrico Letta, responsabile del Welfare. «Ogni riduzione delle tasse sul lavoro va bene, ma più che sugli straordinari si doveva agire sulla produttività
fonte:corrieredellasera.it
michele De Lucia