CON GOMORRA VINCE LA CAMPANIA AL FESTIVAL DI CANNES

26 maggio 2008 | 00:00
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CON GOMORRA VINCE LA CAMPANIA AL FESTIVAL DI CANNES

Non acciuffa, per un soffio, la Palma d’oro ma a Cannes la Film commission Campania porta a casa un risultato storico: due film coprodotti che strappano altrettanti premi di prestigio al festival del cinema più importante del mondo. A «Gomorra» di Matteo Garrone, tratto dal libro di Roberto Saviano, va il «Gran prix», ovvero il riconoscimento più prestigioso dopo la Palma d’oro; mentre a «il Divo» di Paolo Sorrentino, talento napoletano, la commissione presieduta da Sean Penn assegna il Gran premio della giuria. In entrambi i casi c’è lo zampino dell’ente regionale guidarto da Luciano Stella e Maurizio Gemma, deputato a favorire location e agevolare la realizzazione di prodotti cinematografici e televisivi sul territorio campano. E poi c’è Toni Servillo, protagonista in entrambi i film premiati, che gongola oggi più che mai: in Francia è stato consacrato come l’attore italiano attualmente dai più vasti orizzonti internazionali. Sul primo posto del podio ci finisce però una pellicola francese – «Entre les murs» di Laurent Cantet – che Sean Penn ha definito «magica».
Un velo di delusione c’è anche se incoffessabile, ma con la doppietta messa a segno dalla agguerrita (finalmente!) truppa italiana è lecito salutare – come ha rimarcato anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano – la frizzante «new wave» del cinema di casa nostra, confortato per una volta sia dal pollice in sù della critica che dal successo al botteghino (nel 2007 record di incassi per i lungometraggi italiani secondo i dati diffusi dall’Anica). All’exploit della Croisette fa indiscutibilmente da detonatore Napoli, soprattuto per le atmosfere disperate e sublimi catturate e riproposte da Garrone in «Gomorra». La vita delle periferie selvagge, dei ragazzi di vita marchiati anni Duemila, e la conseguente truce trasformazione sociale, diventano stella polare della più ispirata espressione d’arte italiana, in letteratura come al cinema; libri e film di spessore intrisi di poesia nera per denunciare il malessere, ma soprattuto per provare a capirne le ragioni