IBRAHIM SCHIANTA IL PARMA, LA PAZZA INTER VINCE LO SCUDETTO

18 maggio 2008 | 00:00
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IBRAHIM SCHIANTA IL PARMA, LA PAZZA INTER VINCE LO SCUDETTO

STAVOLTA la gioia può esplodere solo all’ultima giornata, dopo un finale di campionato che ha rischiato di far saltare tutto. L’Inter ha dominato sì, ma per poco più di metà della stagione, dopo è successo di tutto e il finale è stato un thrilling: minacce di dimissioni, nervi tesi, derby e vantaggi buttati via. Incredibile. Quattro match point, ma lo scudetto è arrivato solo ieri a Parma. In ogni caso è sempre Inter, ed è il terzo scudetto consecutivo. Se si considera vero e autentico anche il primo arrivato a tavolino – e lo è in tutto e per tutto ai fini dell’albo d’oro – a tre titoli consecutivi in tempi recenti è arrivato solo il Milan di Capello (’92, ’93 e ’94). Il primo scudetto fu attribuito dalla Federcalcio ai nerazzurri nel luglio del 2006, lo scorso anno invece l’Inter di Ibrahimovic e Vieira fu una tempesta sul calcio italiano: scudetto a Siena il 22 aprile 2007, alla 33a giornata su 38, con 5 giornate d’anticipo e 16 punti sulla Roma. Che a fine campionato, quando toccò addirittura quota 97, sarebbero diventati ben 22.

Ora l’Inter è diventata umana: i 97 punti finali dello scorso anno restano lontanissimi (e la Roma per di più si fermò a 75). Si è messo sotto accusa la preparazione invernale, e soprattutto il ritiro a Dubai: facendo diventare Mancini sempre più nervoso. A metà febbraio ha cominciato a giocare meno bene: è riuscita ad acciuffare il pareggio con la Samp, poi ha sofferto in casa con la Roma salvata da Zanetti, ha perso addirittura a Napoli e il vantaggio sui giallorossi arrivato fino a + 11 ha cominciato a ridursi pericolosamente, fino a scendere a + 4 e fino a diventare un ridottissimo +1. Il derby perduto e il pareggio col Siena hanno fatto il resto: alla fine l’Inter era una polveriera, tanto da scendere in silenzio stampa. Imbattendosi anche nella storia del sarto trafficone che ha gettato altra benzina sul fuoco.

Il momento più difficile era coinciso con l’eliminazione dalla Champions League, l’Inter aveva saputo restare unita e far fronte ai tantissimi infortuni (da Cordoba a Ibrahimovic, da Samuel a Vieira, da Materazzi a Chivu, da Suazo a Dacourt). La Roma, pure crescendo in rendimento, pur giocando meglio e raccogliendo assai più consensi, non ha approfittato fino in fondo del momento di debolezza dell’avversario e così lo scudetto per Spalletti, Totti & C. è rimasto un’illusione. La Roma si è tolta parecchie soddisfazioni contro l’Inter, ma poi in campionato la squadra di Mancini ha passeggiato all’Olimpico all’andata (1-4) e i giallorossi non seppero dare il colpo definitivo al ritorno (1-1). Gli errori alla fine si pagano, e l’Inter ne ha fatti di meno. Con la variabile di uno strepitoso Ibrahimovic tornato giusto in tempo per mettere la sua firma sullo scudetto. Del finale batticuore si è detto: è stato il più bel campionato degli ultimi anni.

Gli anti-interisti diranno alla fine che la differenza l’hanno fatta gli “aiutini” denunciati più volti da Totti e pagati anche diecimila euro di multa. Ma a conti fatti l’Inter ha avuto anche un bel po’ di espulsioni: no, se sudditanza c’è stata, non è stata così scandalosa. E anche gli altri hanno avuto “aiutini”, Roma compresa. Gli arbitri di Collina hanno fatto tanti errori, ma non hanno giocato a favore dei nerazzurri.

Certo la Juventus era nell’anno del ritorno in serie A e non poteva andare oggettivamente più in là di una qualificazione per la Champions mentre il Milan ha avuto un vero guizzo solo nel derby. Anche la mancanza di avversari conta, bisogna dirlo… E se allarghiamo lo sguardo la grandissima Inter del campionato in Europa ha fatto poca strada (come le altre squadre italiane comunque). Anzi il ko con il Liverpool è stato violento, lacerante e ha rischiato di spaccare la squadra. E in parte c’è riuscito, considerate le polemiche del dopo derby tra Mancini e Moratti. Il rapporto tra i due di certo non è più lo stesso. Il futuro è un rebus.

Vince la solita Inter multirazziale e molto, molto straniera. Su 27 giocatori utilizzati – e non sono pochi, una rosa che costa un fiume di milioni di euro l’anno – ci sono sette argentini, quattro brasiliani e tre portoghesi: l’Inter contribuisce più a far crescere le altre nazionali che non la nostra. Gli italiani sono ridotti a tre: un Materazzi ormai anzianotto e due portieri di riserva. Ma ormai il mondo va così, vedi l’Inghilterra.

Lo scorso anno l’Inter con 80 gol ebbe decisamente il miglior attacco della serie A (15 gol di Ibrahimovic, 14 di Crespo e perfino 10 di Materazzi). Esprimeva cioè un gioco d’attacco e di potenza. Quest’anno – anche a causa degli infortuni – l’Inter ha dovuto trasformarsi, non ha più il miglior attacco ma la miglior difesa della serie A, che pure è stata la più colpita dalle assenze. Il risultato alla fine non è molto diverso. Mancini, comunque la si pensi, si merita i complimenti e il rispetto del calcio italiano.