MILANO – Nel silenzio, con il consueto alone di mistero che l’Inter non si fa mai mancare, Massimo Moratti dà il via alla rivoluzione sulla panchina della sua squadra. L’Inter divorzia da Roberto Mancini dopo un breve colloquio e punta diritto su José Mourinho per conquistare quella Champions League che manca da oltre 40 anni nella bacheca nerazzurra. Non arriva però nessuna conferma ufficiale da via Durini, tace Moratti e tutti i protagonisti di una storia molto interista nei suoi contorni indefiniti e nei suoi colpi di scena, con tanto di apparizione improvvisa di Diego Armando Maradona. Da una parte, c’é un allenatore con quattro anni di contratto e sette trofei vinti che, nel momento più critico della stagione, comunica a sorpresa di voler mollare tutto a fine anno, salvo poi fare rapidamente marcia indietro in meno di 24 ore. Dall’altra, un presidente convinto finalmente di aver invertito la tendenza con tre stagioni vincenti, salvo poi ritrovarsi con un tecnico dall’alto tasso di litigiosità e con un bilancio fallimentare in Europa.
E in mezzo c’é Mourinho, non un nome qualsiasi ma un allenatore dal palmares e dal carisma indiscutibili che a Moratti ricorda tanto un certo Helenio Herrera, cioé l’ultimo allenatore nerazzurro in grado di alzare le coppe che contano davvero, cioé quelle di campione d’Europa e del mondo. La tentazione diventa sempre più forte perché, tutto sommato, sono in pochi a opporsi davvero alla voglia di dire addio a Mancini: tra dirigenti, staff medico e giocatori, non sono in pochi ad aver litigato con il tecnico di Jesi in questi quattro anni e quindi il presidente ha fatto due conti e deciso di cambiare allenatore. Il tanto atteso incontro avviene nella storico palazzo di famiglia in via Serbelloni, dove Moratti annunciò l’arrivo di Ronaldo e l’esonero di Simoni: bastano 20 minuti per dirsi addio tra lo stupore del tecnico e il dispiacere del presidente che gli comunica di voler percorrere altre strade. Non si parla di soldi e non si parla con i giornalisti: bocche cucite all’uscita e via tutti e due da Milano, Moratti in aereo verso Cagliari, Mancini in macchina verso Genova. Ma la faccia scura del presidente e le conferme via sms mandate dal tecnico a chi gli chiedeva se fosse finita fanno subito capire che la prossima stagione ci sarà un altro allenatore sulla panchina dell’Inter. “Sembra sia finita – dice all’Ansa il procuratore di Mancini, Giorgio De Giorgis – ma non so niente di ufficiale. La notizia dell’esonero ci stupirebbe moltissimo e sarebbe sicuramente una decisione della società visto che lui non aveva nessuna intenzione di andarsene e non lo avrebbe mai fatto per rispetto nei confronti di Moratti e di tutto il resto del gruppo che finora ha allenato”. Dopo oltre 200 partite passate sulla panchina nerazzurra, tre scudetti, due coppe Italia e due Supercoppe italiane, Mancini chiude quindi la sua carriera nerazzurra, iniziata nel 2004 prendendo il posto di Zaccheroni. Per lui, è probabile ora un futuro all’estero. Per l’Inter, inizia un’altra storia, che al momento resta tutto un’incognita.
Michele De Lucia