LA MAMMA DELLA BIMBA RAPITA, BASTA CON VIOLENZE SUI ROM

14 maggio 2008 | 00:00
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LA MAMMA DELLA BIMBA RAPITA, BASTA CON VIOLENZE SUI ROM

Nel fumo sprigionato dai roghi, è l’unica ad tenuto un po’ la testa sulle spalle. Proprio lei che, con il suo j’accuse, aveva involontariamente innescato la miccia alla polveriera-rom di Napoli.
Ora Flora Martinelli, 27 anni, la mamma della neonata che stava per essere rapita sabato sera dalla sedicenne nomade, scatenando la “caccia allo zingaro”, chiede di fermare la violenza. «Non volevo che si arrivasse a tutto questo.
Sono contro ogni forma di violenza – dice Flora – Mi dispiace molto per quello che sta succedendo: penso soprattutto ai bambini che vivono nei campi nomadi presi d’assalto». «Sia chiaro – aggiunge – il tentativo di rapimento di mia figlia è stato un fatto grave. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, in un quartiere che da tempo aveva raggiunto l’esasperazione. Noi pensiamo che i rom debbano andare via da qui: in modo pacifico e civile, ma devono andarsene. Sono cattivi, ma basta con la violenza, basta con il fuoco».
L’appello di Flora cade nel vuoto. Un altro incendio, il terzo da lunedì, si sprigiona in un campo rom di Ponticelli, ormai quasi del tutto vuoto. Fiamme appiccate per impedire che i nomadi, una volta passata la bufera, possano ritornare a stabilirsi nel quartiere. “Lasciare intatto il campo significa invitare i rom a tornare nel giro di qualche settimana”, analizza una signora di via Malibran. Il clima a Napoli è ormai pesante e all’emergenza rifiuti si aggiunge quella rom. Un’altra tegola per il sindaco Iervolino che cerca di scoraggiare quei cittadini che si sono organizzati in ronde anti-rom.
«Condanno ogni reazione violenta e razzista e l’amministrazione comunale di Napoli ha sempre lavorato e sta lavorando per realizzare una politica di accoglienza che crei condizioni umane di vita, tuteli i diritti dei cittadini e renda possibile una serena convivenza”. Ma le parole del primo cittadino non incidono in una città dove un gruppo di donne di Ponticelli applaude mentre si appica il fuoco al piccolo campo rom, già devastato da un incendio 24 ore prima. Ai vigili del fuoco che arrivano a sirene spiegate, dicono: «Voi spegnete le fiamme e noi torneremo a incendiare».
L’ondata anti-nomadi sembra un vento che spazza la città. Cerca di contrastarlo la Comunità di Sant’Egidio che da sempre si batte per l’accoglienza. «Va rilevato che la situazione è sfuggita di mano: non si può accettare che sia una minoranza di violenti a risolvere in trentasei ore una situazione complessa», è scritto in una nota della Comunità. “Le cronache di queste ore – aggiunge – registrano infatti presenze inquietanti che hanno infiltrato le proteste di Ponticelli. Questo accresce perversamente la popolarità di questi gruppi delinquenziali, che oggi si propongono come custodi della sicurezza dei cittadini». Ne scaturisce una polemica che investe tutta la politica cittadina. L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli, Giulio Riccio, ritiene «strano il fatto che le troupe della Rai fossero presenti a Ponticelli già dal primo pomeriggio di lunedì e che il raid sia stato preceduto da alcuni comunicati diffusi da politici della zona». E mentre si pensa di sistemare i rom nei container di Capua, ecco un altro fatto di cronaca nera. Una ragazza rom di 21 anni viene sorpresa dai carabinieri mentre tenta di introdursi (con in braccio una bimba di 4 mesi, sua figlia) in una abitazione privata di Arzano (Napoli) e viene arrestata per furto aggravato (Corriere del Mezzogiorno)