NAPOLI – Un decreto legge di 17 articoli. La nomina di Bertolaso a sottosegretario, la secretazione dell’elenco delle nuove discariche, la loro equiparazione alle aree di interesse strategico nazionale (una sorta di militarizzazione) e l’arresto per chi le blocca, l’ordine al sindaco di Napoli di individuare entro 30 giorni un’area urbana in cui costruire un termovalorizzatore cittadino. Inoltre alla direzione distrettuale antimafia di Napoli sono trasferiti tutti i procedimenti per reati in materia ambientale e di rifiuti, mentre la competenza sui sequestri passerà da un pm a un organo collegiale.
“Trenta mesi per tornare alla normalità”. È la ricetta anti-rifiuti del governo Berlusconi. Anzi la sua, se è vero che presenta di persona i provvedimenti alla fine del Consiglio dei ministri, “per dare vita nuova a Napoli, perché tornino i fiori al posto della monnezza”.
Via un super commissario, dentro un sottosegretario. Entro 30 giorni Gianni De Gennaro sarà sostituito da Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile nominato sottosegretario alla presidenza, il numero 61 della squadra in deroga alla legge Bassanini, già a sua volta commissario all’emergenza rifiuti da settembre 2006 a luglio 2007, quando si dimise – spiega Berlusconi – perché “non ebbe sostegno del precedente governo per le azioni che giudicava indispensabili”.
Memorabili gli scontri con l’allora ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, sull’individuazione delle discariche, in particolare quelle di Serre e di Terzigno, difese dai Verdi perché a ridosso di un’oasi Wwf e nei pressi del Parco naturale del Vesuvio. Ora avrà il compito di coordinare l’azione del governo “come se ci fosse un terremoto o un’eruzione vulcanica: piazza pulita delle marce indietro, facendo tesoro di errori ed esitazioni del passato”, anticipa Berlusconi.
Ecco il punto, le nuove discariche. L’elenco è secretato fino alla pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale. Ma già da domani, Bertolaso potrà lavorare per l’attivazione dei siti, senza criteri geografici in una prima fase, per poi sceglierne una per ciascuna provincia. Così, certi riferimenti al passato lasciano intendere che aree scartate possono tornare in gioco. Anche Serre. E le proteste? Pugno duro. Le discariche saranno aree di interesse strategico nazionale. In sostanza zone militari, presidiate dalle forze armate. Scatterà l’arresto per disordini e boicottaggi. “Non saranno accettate azioni di minoranze organizzate”.