Napoli. Teatro Bolivar. Week-end con doppio appuntamento.
WEEK END CON DOPPIO APPUNTAMENTO
Ultimi spettacoli in gara per la prima edizione della rassegna “Maggio, si tu” presentata dalla Edi.S.Teatro e dedicata alla famiglia Maggio.
Al
Teatro Bolivar
Via Bartolomeo Caracciolo, 30
Materdei, Napoli
Sabato 24 Maggio alle ore 21.00
LA COMPAGNIA “LA RISATA”
IN
“SCARPE DOPPIE E CERVELLE FINE”
di Gaetano Di Maio
Regia di Antonio Ferrante
Domenica 25 Maggio alle ore 21.00
LA COMPAGNIA “TEATRO PER NOI“
in
“BENE MIO, CORE MIO”
di Eduardo De Filippo
Regia di Ernesto Mignano
Trama “Scarpe Doppie e Cervelle Fine”:
Vincenzo, contadino dai modi rozzi, vedovo di una ricca baronessa, ha un figlio, Gabriele, giovane e ricco in quanto unico erede dei beni della defunta nobile. Quest’ultimo sta per sposare la sua ragazza Iolanda, una giovane botanica, critica nei confronti del mondo contadino della circonda, caratteristica che stride con le sue provenienze agiate che l’hanno abituata ad avere tutto quello che desiderasse. Ma la vera figura dominante è Angelarosa, governante della casa che, dopo la morte della baronessa, diventa il punto di riferimento della casa, al punto di condizionare le decisioni di Vincenzo e degli altri. Quando sembra che il matrimonio tra Gabriele e Iolanda sia cosa fatta, arriva il colpo di scena che investe in pieno padre e figlio. Una giovane contadina, Graziella, rivela di essere incinta di Gabriele: Vincenzo in questa circostanza dimostra tutta la sua inettitudine nell’affrontare la situazione, cosa che non sarebbe accaduta se fosse stata in vita la moglie. Menecantonia e Nicola , parenti di Graziella, minacciano, se non si trova un accordo, di denunciare il giovane Gabriele per violenza carnale ed atti osceni verso una minorenne. Per questa ragione Vincenzo trova un espediente per risolvere la situazione: propone a Delfino Carusiello di sposare Graziella e quindi riconoscere un figlio non suo. Delfino, a suo dire perseguitato dalla sorte e non avendo nessun’altra possibilità di sopravvivenza, accetta. Come spesso accade, e non solo sulla scena, il progetto dettato dall’opportunismo si vanifica, la situazione si complica e …
Con Totonno, Aniello, Bimbò, Ciccone, Clodoveo, Immacolata, Raimonda e Panifrisco, la commedia alterna momenti autentici e genuini ad altri delicati e profondi, inducendo alla riflessione sui nostri punti di riferimento.
Trama “Bene Mio, Core Mio”:
“Bene Mio, Core Mio” è una commedia che Eduardo ha scritto nel 1955 debuttò al Teatro Eliseo di Roma. L’atmosfera che si presenta subito sulla scena riconduce ad un’immagine classica della vita napoletana, tra liti familiari e scenate più o meno pubbliche, sempre risolte con l’ intervento di una buona vicina. Lo stesso De Filippo definì quest’opera come la sua commedia più napoletana, con alcune scene che sembrano tratte dalla vita reale per il vigore con cui si presentano e la concretezza dei personaggi. L’osservazione diretta della vita è ciò che anima l’opera: il modo di gesticolare, gli sguardi tra i personaggi, le parole dette e quelle non dette ci riportano ad un ambiente e ad una cultura precisa come quella napoletana così cara e fortemente presente in tutto il teatro Eduardiano. La realtà viene fuori dei fatti dalla trama, la commedia di Eduardo è come un prodotto artigianale, fatto di piccole cose per rivelare grandi verità. Così il teatro diviene un’esperienza, per chi lo fa e per chi assiste da spettatore: una ricerca che investe tutti gli aspetti della vita. Sembra di sentire gli odori e tutti i suoni della casa in cui si svolgono le vite dei due fratelli Savastano e la sorpresa si rinnova ad ogni scena, creando sempre un nuovo motivo di tensione, che svanisce solo nelle ultime battute. Sullo sfondo dei personaggi principali, un coro di voci divertenti e cariche di quel buon senso che solo i personaggi popolari possono avere.
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