Napoli. Villa Pignatelli. Federico Garolla.
Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes
Riviera di Chiaia, 200 Napoli
9 maggio – 12 luglio 2008
Federico Garolla
In scena e fuori scena
Venerdì 9 maggio 2008 alle ore 11 si inaugura la mostra retrospettiva di Federico Garolla, presso il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes a Napoli. La mostra, promossa da Incontri Internazionali d’Arte, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano, è la prima di un ciclo di mostre fotografiche di respiro internazionale che saranno presentate nelle sale di Villa Pignatelli, sede del museo.
La mostra, a cura di Uliano Lucas e Tatiana Agliani, presenta una selezione di oltre 100 fotografie che documentano gli anni nodali dell’attività giornalistica di Garolla, dagli esordi come fotografo de L’Europeo di Arrigo Benedetti nel 1952, alla lunga collaborazione con i maggiori rotocalchi italiani (Epoca, Oggi, L’illustrazione italiana…), fino all’abbandono del fotoreportage alla fine degli anni ‘60, in seguito al modificarsi del sistema dell’informazione italiano.
Ad essere offerto è un percorso attraverso la produzione di un autore che, con il suo stile, si fa specchio e interprete dell’Italia del tempo, sospesa fra la miseria del dopoguerra e le speranze della ricostruzione. Dunque la Napoli dei film di De Sica, i reportage sociali che raccontano la realtà contadina del Sud e, al contempo, i nuovi volti, i nuovi miti, dell’incipiente miracolo economico: le modelle vestite dai primi grandi stilisti che posano per le strade, la vitalità di un mondo intellettuale che torna ad esprimersi dopo gli anni del fascismo e della guerra, colti spesso nell’intimità del quotidiano grazie ad un’assidua e lunga frequentazione personale. Lo spaccato di un’Italia “perduta”, alle soglie della modernizzazione del paese, e della cultura che ne è stata espressione.
La mostra è un evento di grande importanza per Napoli: Federico Garolla sceglie infatti la sua città, dopo decenni di lontananza, come luogo privilegiato per presentare la prima grande retrospettiva sul suo lavoro. La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue in italiano e inglese, a cura di Uliano Lucas e Tatiana Agliani, edito da Peliti Associati.
Giornalista di penna nella sua città natale, Napoli, Federico Garolla passa alla fotografia spinto dalla fortuna incontrata dal rotocalco nel primo dopoguerra, specializzandosi negli scatti di moda e delle personalità dello spettacolo tanto ricercati dai giornali del tempo. Chiamato nel 1949 a Milano all’Europeo dal direttore Arrigo Benedetti, lavora negli anni seguenti per i maggiori settimanali italiani e per rotocalchi stranieri come Paris Match, Colliers, Stern e National Geographic. Nel 1951 è inviato di Epoca, poi de Le Ore. Accanto alle fotografie di dive e indossatrici, di personaggi del mondo della cultura e dell’arte della Roma anni ’50 e ’60, realizza reportage di documentazione sociale, con cui dimostra di inserirsi con sensibilità nella migliore tradizione del realismo del dopoguerra. Nel 1957 gli viene affidata l’organizzazione e la direzione del servizio fotografico dell’agenzia giornalistica Italia. Poi, nel corso degli anni ’60, quando il mondo ritratto dai suoi scatti inizia a scomparire per lasciare spazio ai nuovi protagonisti dell’Italia del boom economico, allenta la sua attività di fotografo. Nel 1976 realizza una serie di documentari per la Rai; nel 1980 fonda, insieme a Mario Monti, una casa editrice di guide ai musei italiani. Infine torna a guardare al suo archivio, scoprendovi una testimonianza preziosa di un pezzo di storia italiana. Ne nascono un importante lavoro di catalogazione delle sue immagini e una serie di mostre e pubblicazioni che restituiscono alla fotografia italiana un autore troppo a lungo dimenticato.