POSITANO, DISSEQUESTRO PER I COLTELLI. ECCO LA LEGGE

19 maggio 2008 | 00:00
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POSITANO, DISSEQUESTRO PER I COLTELLI. ECCO LA LEGGE

Positano, Costiera Amalfitana. I coltelli sequestrati per armi ad una donna di Positano dai carabinieri della stazione di Positano della Compagnia di Amalfi sono stati dissequestrati e non erano da considerare armi, si parla di coltelli da cucina e coltelli della tipologia svizzeri. Riportiamo la legislazione in materia di armi.








Il coltello e la legge



Norme di legge


Artt. 585, 697, 699, 704 c.p.


Art. 42 TULPS e artt. 45 e 80 Reg. TULPS


Art. 4 L. 18 aprile 1975 n. 110


Art. 13 L. 11 febbraio 1992 n. 157 (Caccia)



Dottrina



Terminologia



Il coltello è un utensile creato dall’uomo per tagliare materiali non troppo duri mediante una lama fissata ad un manico. Si distingue in ciò da quelle armi bianche studiate per penetrare nel corpo umano, come il pugnale. La distinzione, dal punto di vista tecnico, può in alcuni casi essere molto sfumata, tanto da aversi strumenti con caratteristiche miste (coltelli-pugnale), ma la destinazione primaria è in genere sufficientemente chiara e, sulla base delle origini storiche dello strumento, del suo impiego in certi ambienti culturali o etnici, delle sue caratteristiche tecniche, non è difficile dire se ci si trova di fronte ad uno strumento, solo occasionalmente atto ad offendere, oppure ad un’arma propria con funzione primaria di ledere la persona.


Siccome il punto di contatto fra le due categorie è dato proprio dal coltello e dal pugnale, è necessario precisarne le rispettive caratteristiche e la terminologia di base.



Un coltello è composto da due parti fondamentali: il manico od impugnatura e la lama.


La lama è generalmente una striscia di acciaio piatta, con facce parallele o formanti un cuneo, che su di un lato viene affilata in modo da creare il cosiddetto tagliente che può essere liscio oppure a sega, ondulato, seghettato, ecc. In coltelli sottili, in cui le due facce formano un angolo molto acuto, il tagliente può mancare. L’estremità del tagliente è detta filo, che può mancare in alcuni coltelli (ad es. da ostriche). Mediante l’affilatura si crea il giusto angolo del tagliente, mediante l’arrotatura si crea e mantiene il filo. Il lato opposto al tagliente si chiama dorso o costa della lama e può essere piatto, arrotondato, seghettato, misto. La seghettatura non è prevista per rendere lo strumento più lesivo ma per utilizzarlo come seghetto o per il taglio di lamiere o di corde.


La lama può terminare in una punta, rettilinea o ricurva verso l’alto od il basso, od essere più o meno arrotondata oppure tronca. Anche la punta arrotondata o tronca può essere, o meno, affilata. La punta che è affilata per un breve tratto anche sulla costa in prossimità della punta stessa, dicesi falso filo.


Il filo inizia dalla punta e termina al tallone, che è la parte più robusta della lama su cui si appoggiano i fornimenti (elso, manico, ecc.)


Dopo il tallone inizia il codolo e cioè il prolungamento della lama su cui viene montato il manico.


I pugnali si differenziano dai coltelli per avere due taglienti e due fili e una punta a lancia, vale a dire simmetrica su entrambi i lati. Talvolta la lunghezza di uno dei taglienti occupa solo metà della lama che presenta quindi, su di un lato, sia una costa che un tagliente.



A seconda del tipo di manico e di lama i coltelli assumono varie denominazioni.


Distinzione fondamentale è quella tra coltelli a lama fissa e coltelli con lama pieghevole o a serramanico o da tasca.


Coltelli a lama fissa sono quelli in cui la lama è rigidamente fissata in modo permanente all’impugnatura. Rientrano in questa categoria i coltelli da cucina, i coltelli da tavola, i coltelli da sopravvivenza (survival, anche noti come “tipo Rambo” ), i coltelli da caccia e da pesca, ecc. Di regola i coltelli a lama fissa vengono portati in un fodero per evitare che si rovini il filo ed il pericolo di tagli accidentali.


In questa categoria possono trovarsi degli strumenti di lavoro con le forme più strane come, ad esempio, i coltelli per scuoiare e per conciatori di pelli (skinner) con lama semicircolare e impugnatura posta ad angolo retto ad essa, così che la lama esce tra due dita della mano che lo impugna. Alcuni sono poi stati modificati in modo da avere una lama appuntita per servire solo quali strumenti di offesa (coltelli a spinta).


Coltelli a lama pieghevole sono quelli in cui la lama è mobile ed incernierata nell’impugnatura entro cui può essere serrata (da ciò il nome “a serramanico”). La maggior parte di essi sono muniti di un bloccaggio di sicurezza (dente o lamina di arresto, ghiera girevole), che blocca la lama una volta aperta per evitare che essa si pieghi durante l’uso e tranci le dita dell’utilizzatore. Coltelli da tasca di modeste dimensioni vengono chiamati temperini. Molti coltelli da tasca sono muniti di lame di diversa lunghezza o di vari accessori (lima, seghetto, cacciavite, punteruolo, ecc.).


In questa categoria dei coltelli pieghevoli si debbono distinguere:


– coltelli allungabili;


– coltelli balisong,


– coltelli con apertura a scatto;


– coltelli a lama scorrevole o a gravità;


Coltelli allungabili sono dei coltelli pieghevoli alquanto rari in cui la lama è più lunga del manico così che quando il coltello è chiuso, ne sporge egualmente un tratto; essi possono quindi essere usati, in qualche modo, anche se ripiegati.


Coltelli balisong o a farfalla sono coltelli tipici delle Filippine in cui il manico è diviso per il lungo in due metà entro cui si trova la lama come in un astuccio, incernierata al tallone con esse. Aprendo le due metà e facendole ruotare di 180 gradi, la lama rimane libera e si forma il manico da impugnare. Trattasi quindi di un normale coltello la cui destinazione o meno ad offendere andrà stabilita in base alle caratteristiche della lama.


Coltelli ad apertura a scatto sono coltelli in cui la lama, incernierata sul manico, viene aperta automaticamente, con la pressione di un bottone di scatto, ad opera di una molla. Di regola un meccanismo blocca poi la lama in posizione di apertura.


E’ opportuno ricordare che per un equivoco linguistico, avendo molti inteso che coltello a serramanico fosse quello in cui la “lama si fissa (si serra) nel manico” alcuni dizionari e la Cassazione in molte sentenze, hanno chiamato i coltelli a scatto “coltelli a serramanico”, creando non poca confusione (mass. 5).


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