Salerno, reflui industriali nel fiume Picentino: 6 avvisi di garanzia
29 maggio 2008 | 00:00
Salerno, 29 mag. – (Adnkronos) – A conclusione dell’attivita’ di indagine disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno sull’inquinamento marino costiero del golfo di Salerno, i militari del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno hanno proceduto alla notifica dell’avviso di conclusione indagini e contestuale avviso di garanzia nei confronti di sei persone, dirigenti e responsabili, della societa’ gerente il locale impianto di depurazione, indagate a vario titolo per aver permesso lo scarico nel fiume Picentino scaricando in mare dei reflui industriali e civili provenienti dall’impianto di depurazione.
I reati principalmente ipotizzati e contestati dall’autorita’ giudiziaria vanno dallo scarico abusivo di reflui industriali e civili senza aver subito alcun trattamento in acque superficiali e nel mare della litoranea salernitana, allo smaltimento illecito, o in assenza di autorizzazione, di ingenti quantita’ di rifiuti speciali costituiti dai fanghi di depurazione che venivano scaricati senza alcun trattamento direttamente nell’alveo del fiume Picentino e successivamente in mare, al danneggiamento di acque pubbliche, al getto pericoloso di cose per aver consentito la produzione di esalazioni maleodoranti atte ad arrecare molestia e nocumento alle persone residenti in zona nonche’ ai numerosi operatori delle strutture balneari.
Tra i reati contestati anche la distruzione e deturpamento di bellezze naturali quali il sottofondo marino.
I reati principalmente ipotizzati e contestati dall’autorita’ giudiziaria vanno dallo scarico abusivo di reflui industriali e civili senza aver subito alcun trattamento in acque superficiali e nel mare della litoranea salernitana, allo smaltimento illecito, o in assenza di autorizzazione, di ingenti quantita’ di rifiuti speciali costituiti dai fanghi di depurazione che venivano scaricati senza alcun trattamento direttamente nell’alveo del fiume Picentino e successivamente in mare, al danneggiamento di acque pubbliche, al getto pericoloso di cose per aver consentito la produzione di esalazioni maleodoranti atte ad arrecare molestia e nocumento alle persone residenti in zona nonche’ ai numerosi operatori delle strutture balneari.
Tra i reati contestati anche la distruzione e deturpamento di bellezze naturali quali il sottofondo marino.
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Michele De Lucia