Sant´Anastasia (NA). Antonio Auriemma.
Abbiamo chiesto al critico teatrale Pino Cotarelli, che ha incontrato, ultimamente, Antonio Auriemma un parere sulle sue opere e Pino Cotarelli, così, ha precisato: “Potremo godere delle sue opere, prossimament,e in una mostra allestita a Madonna dell’Arco – Sant’Anastasia,in provincia di Napoli.Si resta incantati a guardare le opere di quest’artista pluripremiato; tante sono state le mostre e tanti i premi nella sua carriera. Ci si perde in quelle forme astratte che hanno dell’umano, ora sospese, ora ben salde al suolo o al mare, ma, spesso, sono in un ambiente surreal-fantastico, collegate il più delle volte ad altre imponderabili figure.
Sappiamo che Antonio Auriemma con gli aquiloni disegna desideri e sogni, ma c’è, ovviamente dell’altro, e Pino Cotarelli su quest’aspetto ci ha segnalato, quanto segue: “In un eterno gioco di aquilonifra mare e cielo o fra terra e cielo, Antonio Auriemma lega attraverso i sui fili di memoria i soggetti sempre diversi mandati a sperimentare e ad indagare il divenire. Il volo delle sue creature è senza tempo, nel passato, nel presente o nel futuro che sia, eglivuole che ci sia un filo conduttore, qualcosa che chiuda un circuito e porti alla luce la verità qualunque essa sia, una verità che deve attraversare un percorso per raggiungere il suo naturale destinatario.
Antonio Auriemma ha prodotto sculture e su questo segmento operativo Pino Cotarelli riferisce: “Anche le sue sculture, imponenti “totem” dalle forme più ricercate, che si rivelano molto familiari, hanno collegamenti, fili, come per captare o per collegarsi a vite trasversali o come per registrare esperienze già vissute o da vivere ancora. Antonio Auriemma nel suo trascorso artistico ha dipinto figure, autoritratti, nature morte ed altro, dimostrando che la sua evoluzione proviene da una preparazione pittorica ed approda in uno mondo artistico solo suo, inconfondibile ed esclusivo. Potremmo dire che l’artista nella sua ricerca ha disperatamente cercato quello a cui ambiva, il mondo maturo nel quale egli agevolmente trova gli stimoli per le sue opere; ma Auriemma non sembra appagato, anzi al contrario sembra cercare ancora qualcosa, un’ulteriore sintesi di quello che ha dentro e che ancora non gli è stato possibile rappresentare.”
Antonio Auriemma continua a lavorare con serietà nel suo studio e resta sempre più convinto che quel filo che segue e trattiene l’aquilone dice molto, moltissimo; diventa nel suo spazio pittorico un saggio filo concettuale.
Maurizio Vitiello