SERGIO CASTELLITTO AD ATRANI, IL CINEMA ITALIANO NON E´ IN CRISI

30 maggio 2008 | 00:00
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SERGIO CASTELLITTO AD ATRANI, IL CINEMA ITALIANO NON E´ IN CRISI

Direttamente da Cannes, dove ha fatto il giurato, Sergio Castellitto è arrivato in Costiera Amalfitana per girare uno spot pubblicitario ad Atrani. Giro al bar La Risacca, pranzo del ristorante Luisella, servito in camera, Castellitto si è concesso un breve giro fra Amalfi e Ravello, ma la sua è stata una intensa scappata e fuga di lavoro confermando la Costiera Amalfitana come location. Prestigiosa presenza quella di Castellitto molto attuale dopo il successo del cinema italiano a Cannes. In questi giorni  del tripudio generale anche il giurato Sergio Castellitto ha un sorriso largo così favorito dalla bellezza del paesaggio della Divina: «I miei colleghi della giuria mi prendono in giro, ma io insisto che in fondo al cinema italiano abbiamo dato tre premi: il terzo va alla cinematografia italiana di oggi nel suo insieme. La stessa che un anno fa era data qui sulla Croisette come agonizzante, se non già morta, perché non avevamo un film in concorso». Una felicità contagiosa, una voglia di dire e parlare, un sorriso grande, che li fa sembrare più giovani di quanto non siano davvero. Per quanto riguarda Cannes Matteo Garrone, romano, 40 anni, e Paolo Sorrentino, napoletano, 38 anni, sono stati i vincitori con Gomorra ed Il Divo. E così ha detto Garrone: «Voglio ringraziare tutte le persone che hanno partecipato al progetto di Gomorra, in particolare Saviano che mi ha dato la possibilità di tradurre in immagini le atmosfere e i personaggi del suo libro». Paolo Sorrentino risponde a chi gli chiede perché abbia voluto dedicare un film a Giulio Andreotti: «E’ un personaggio incredibilmente cinematografico, raccontare gli anni del suo potere mi ha dato l’opportunità di parlare di un periodo sconvolgente per il nostro Paese, un periodo sul quale ritenevo fosse importante tornare per capire qualcosa di più dell’Italia di ieri, ma anche di quella di oggi». Il titolo Il divo, spiega l’autore, si rifà alla definizione del giornalista di Op Mino Pecorelli: «Pecorelli lo chiamava così sia per la sua presunta mondanità si per il cattolicesimo». Di due cose il regista è particolarmente contento. La prima è aver saputo che il presidente della giuria Sean Penn è un fan di un altro suo film, Le conseguenze dell’amore, la seconda è che non gli hanno dato il premio per la sceneggiatura, «se fosse andata così avrei dovuto condividerlo con Andreotti perché molte delle battute del film sono sue». Il divo non è il frutto del lavoro di un autore militante: «Volevo solo fare un bel film».
Da Roma arriva il plauso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Il riconoscimento a entrambi i film in concorso al Festival di Cannes costituisce un successo straordinario che premia e incoraggia tutti coloro che fanno cinema in Italia. In particolare, volendo esprimere un mio forte sentimento personale, dico che Gomorra, film di verità e di dolore su Napoli, mai come in questo momento interroga e stimola le nostre coscienze». Con i due registi gioisce l’attore Toni Servillo: «Sorrentino e Garrone sono due grandi facitori di immagini. Il loro modo di lavorare è diverso, Paolo ha tutto il film in testa, mentre Matteo, anche se sa bene quello che vuole, è più interessato a cogliere l’attimo». L’abbraccio tra Garrone e Sorrentino lo ha commosso: «E’ stato veramente toccante vederli così, sono più contento che abbiano vinto loro piuttosto che io. La cosa importante, comunque, è che sta vincendo anche il pubblico. I due film portano sullo schermo realtà complesse con originalità di linguaggio». Gomorra ha incassato nelle sale italiane quattro milioni e 800mila euro e già 25 Paesi del mondo lo hanno acquistato. Il Divo ha avuto una strepitosa accoglienza dal pubblico. Castellitto si rilassa con uno spot, all comprensive, e i turisti che lo hanno visto felici di farsi firmare un autografo, che ha concesso a tutti. Almeno per il cinema è un bel momento.