CETARA, PROTESTA DELLE TONNARE. BLOCCATO IL PORTO DI SALERNO
Da Cetara, in Costiera Amalfitana, sono partite le proteste dalle 7 e 30 – come rende noto la Federcoopesca-Confcooperative- che con più di venti imbarcazioni per la pesca al tonno rosso lunghe tra i quaranta e cinquanta metri- stanno rallentando nel porto turistico e commerciale di Salerno gli spostamenti verso la Sicilia. Gli equipaggi di altre venti imbarcazioni della flotta tonniera di Salerno, Cetara e di alcune marinerie siciliane, stanno manifestando pacificamente a Malta – dove erano impegnate fino a qualche giorno fa nella pesca al tonno rosso- di fronte alle ambasciate di Italia e Francia. Alla base della protesta c’è la chiusura anticipata della campagna di pesca al tonno rosso che per Italia, Grecia, Francia, Cipro e Malta ha imposto lo stop alle attività di pesca a partire da ieri, anziché – come era previsto al 30 giugno-. La flotta spagnola, invece, potrà pescare fino al 23 giugno. “La chiusura anticipata- commenta Massimo Coccia, Presidente della Federcoopesca-Confcooperative- a campagna di pesca iniziata, voluta dalla Ue per raggiungimento di una quota che invece non è stata neanche sfiorata, il fatto che ci siano deroghe incomprensibili per la Spagna, hanno reso incandescente il clima nelle marinerie, come in quella di Salerno, dove la pesca al tonno rosso rappresenta la punta di diamante dell’economia ittica locale”. La Federcoopesca-Confcooperative nei giorni scorsi si era adoperata nelle sedi istituzionali per chiedere un prolungamento della campagna a causa di condizioni metoeo-marine pessime che hanno consentito agli operatori di uscire in mare per non più di cinque giorni dall’inizio della campagna, partita il 20 maggio scorso. “Siamo riusciti a pescare -commenta Giovanni Ferrigno, vicepresidente Federcoopesca-Confcooperative e operatore del settore- appena il 30 per cento della quota assegnata all’Italia – 4.162 tonnellate- e per questo confidavamo in qualche giorno di pesca in più. La decisione della Ue è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Eravamo già stremati dagli effetti del caro-gasolio e questo chiusura anticipata ci ha dato il colpo di grazia che rischia di essere definitivo se Bruxelles non ritornerà sui suoi passi”.