NAPOLI – “Assassini”, “No alla discarica”, “Jatevenne”, “Bossi crepa”. Nasce lungo le strade di Chiaiano, il quartiere che nei piani del governo dovrebbe ospitare una mega discarica da settecentomila tonnellate, la nuova rete nazionale dei movimenti ambientalisti. «Ma non etichettateci ancora come no global» ripete per tutta la serata l´ex leader Luca Casarini che, tra gli applausi dei napoletani, insiste: «Chiaiano è un laboratorio di repressione mentre noi siamo per il sì a un piano nazionale di smaltimento che non devasti l´ambiente e la salute dei cittadini. Noi diciamo anche tanti sì quando proponiamo programmi alternativi di sviluppo, ma parlano di noi solo quando ci opponiamo».
In diecimila da Chiaiano in Campania fino ai comuni di Marano e Mugnano contro il decreto Berlusconi che venerdì scorso in città ha ribadito: «Chiaiano sarà la discarica di Napoli» mentre sono appena state avviate le verifiche sulla cava di tufo che sfiora una falda e che dovrebbe essere trasformata in discarica. Un decreto che padre Alex Zanotelli, missionario comboniano da diversi anni residente nel popolare rione Sanità, definisce «un decreto criminale perché non cita il diritto alla salute e impone un ciclo integrato industriale con un incremento di inceneritori e discariche in una regione già infestata da venti anni di rifiuti tossici scaricati illegalmente». E aggiunge: «Sorprende che il presidente della regione Antonio Bassolino non lo comprenda e, addirittura, dichiari che sarebbe pronto a votare il decreto se fosse in Parlamento».
Diecimila “no” a una discarica all´interno del Parco delle colline di Chiaiano che finora rientrava nel “Maggio dei Monumenti”. Diecimila no in un serpentone coloratissimo, aperto da sette bambini, che aggrega i comitati locali di Napoli e della Campania ai “No Tav” della Val di Susa, ai “No Dal Molin” di Vicenza, a esponenti dei centri sociali di Bologna, Firenze, Roma e Cagliari, a rappresentanti del Wwf e degli “Amici di Beppe Grillo”. Con i delegati veneti decisi a trasformare Chiaiano in un luogo simbolo: «Diamo la nostra solidarietà alla gente di questo quartiere perché lotta come noi lottiamo contro la costruzione della base Nato di Vicenza. Grazie al film Gomorra e al documentario Biutifulcauntri abbiamo capito che il problema è da attribuirsi anche alle fabbriche del Nord che, in connivenza con la camorra, hanno sversato rifiuti tossici».