Dal Csm «no» al decreto rifiuti

10 giugno 2008 | 00:00
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Dal Csm «no» al decreto rifiuti

Il Consiglio superiore della magistratura non ha detto “no” al decreto sull’emergenza rifiuti, ha semplicemente rilevato alcune «criticità» dando «indicazioni per migliorare il testo, per farlo funzionare». Così il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha commentato l’esito del plenum di ieri che, con 22 voti a favore (compreso quello di Mancino) e due contrari, riservati dai laici del centrodestra Michele Saponara e Gianfranco Anedda, ha approvato il parere sul decreto legge 90. Nel testo, che sarà trasmesso ora al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, osservazioni negative e critiche vengono in particolare riservate all’articolo 3 che prevede l’istituzione della superprocura di Napoli. Una bocciatura motivata dal fatto che così «si rischia di creare grave conflittualità all’interno e fra gli uffici giudiziari della Campania con evidenti ricadute sul piano dell’efficienza», come peraltro aveva già segnalato poco prima la sesta commissione del Csm.

Intanto, la commissione Ambiente della Camera inizia oggi l’esame dei 150 emendamenti al testo depositati venerdì scorso dai vari gruppi parlamentari. Le maggiori modifiche prevedono la soppressione della superprocura, il commissariamento dei Comuni inadempienti e norme adeguate riguardanti la raccolta differenziata, non escludendo il coinvolgimento dell’Anci (Comuni italiani). Secondo il presidente della commissione, il leghista Angelo Alessandri, il lavoro potrà procedere spedito in modo da licenziare entro venerdì prossimo il testo del Dl ed affidarlo così all’Aula di Montecitorio che potrà iniziare la discussione sin da lunedì 16. Intanto, verranno anche esaminati dai deputati “verdi” i pareri espressi delle varie commissioni competenti e dal Csm.

E sul fronte della cronaca, va ricordato che in questi giorni ci sono stati altri incendi ai rifiuti ammassati sui bordi delle strade, soprattutto nelle cittadine della cintura di Napoli. Oggi dovrebbe essere eseguito il terzo e ultimo collaudo nella discarica di Savignano Irpino, in provincia di Avellino al confine con la Puglia. L’obiettivo è poter dichiarare pronta la discarica quando, domani, verrà a Napoli il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ieri è svolta un’ispezione all’impianto di Savignano: incompleta la recinzione (dettaglio importante, in una regione intossicata da una camorra che cerca ingressi nelle discariche) e a parte tre estintori non c’è un impianto antincendio. Savignano sarà, dunque, la seconda discarica che aprirà dopo quella di Serre nel Salernitano, l’unica attiva al momento.

A Napoli città, intanto, è corsa contro il tempo per avviare la raccolta differenziata e per individuare l’area nella quale allestire il termovalorizzatore cittadino. Napoli Est, nella zona degli impianti petrolchimici o Scampia, nell’ex Centrale del Latte sembrano, al momento, le ipotesi più accreditate. Se le cave di Chiaiano dovessero essere idonee dopo i carotaggi eseguiti in questi giorni, la situazione rifiuti potrebbe iniziare a sbloccarsi. Tuttavia al capo della protezione civile Guido Bertolaso ieri non erano ancora giunti i risultati definitivi sull’idoneità della contestata Cava del Poligono. Sul fronte giudiziario, invece, è fissata per oggi l’udienza al Tribunale del Riesame sull’istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata da Marta Di Gennaro, la dirigente della Protezione civile coinvolta nell’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli e dai carabinieri del Noe sulle presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti in Campania.

fonte: ilsole24ore

                                Michele De Lucia