EBOLI, LOTTA ALLE PROSTITUTE. MINIGONNE VIETATE

12 giugno 2008 | 00:00
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EBOLI, LOTTA ALLE PROSTITUTE. MINIGONNE VIETATE

Qual é la differenza tra l’esercitare la prostituzione e il manifestare l’intenzione di esercitarla? E’ la lunghezza della minigonna, l’angolo di oscillazione dell’anca, il colore del rossetto e l’insistenza dell’andirivieni. Cesura sottile, ma necessaria per combattere il fenomeno senza avere i mezzi per farlo. E il sindaco di Eboli, in Campania, il democratico Martino Melchionda, la traccia in un’ordinanza anti-traffico: «… con la quale è fatto divieto a chiunque di fermarsi con il veicolo al fine di contrattare sulle strade pubbliche prestazioni sessuali a pagamento» con chi è donna di facili costumi o lo sembra grazie ad «abbigliamento ed atteggiamenti». Lungo il viale del battuage per eccellenza, la provinciale 175, meglio conosciuta come litoranea, d’ora in poi non sarà permesso agli automobilisti di intralciare il traffico evidenziando il proprio interesse per quel malaffare, ma attenzione: lì e su tutto il territorio comunale, non sarà permesso neanche «… di mostrarsi in pubblico con abiti che offendano il pudore». Perché «qui non si tratta solo di presentarsi a bordo strada, ma di come ci si presenta, con quali abiti e con quali modi». L’ordinanza la faranno rispettare i vigili urbani: da 50 a mille euro la pena pecuniaria per prostitute e loro clienti. Categorie non perseguibili se non come attentatrici della fluidità del traffico e della preservazione del pudore. «Bacchettona la mia ordinanza? Neanche per idea – Martino Melchionda si dice in attesa del pacchetto stangaprostitute di Maroni – E’ un’ordinanza seria perché non è un bel vedere di notte e di giorno lo spettacolo cui siamo costretti ad assistere, tutti, ma soprattutto le famiglie che ci abitano, che hanno bambini, che ospitano amici e parenti. Provvedimenti in merito vengono sollecitati continuamente dai cittadini, stanchi di simili spettacoli. Allora il mio – dice – è il tentativo di un sindaco di salvare l’ordine pubblico senza peraltro avere i poteri per farlo. Come? Con una lettura dell’ordinamento un po’ estensiva». In soldoni l’ordinanza è un’offensiva bella e buona contro la prostituzione («non essendoci un contrasto serio da parte dello Stato»). E l’abbigliamento? L’«atteggiamento che induce alla domanda di prestazione sessuale»? Melchionda taglia corto: «Ma qui parliamo di prostitute, c’è poco da interpretare». E non si tiene più, va oltre l’ordinanza: «Non sarebbe sbagliato far circoscrivere la prostituzione a determinate zone isolate». Emarginate, lontane dalle restrizioni del comune senso del pudore. Le famigerate zone a luci rosse giuste per Maroni, sbagliate per Mara Carfagna che le identifica con degrado, abbandono, delinquenza. Melchionda si fionda nel dibattito nazionale e segue a ruota il compagno di partito e collega Vincenzo De Luca con le sue personalissime e rischiose ronde antilucciole. Allora ecco l’ordinanza: «… con la quale è fatto divieto a chiunque di fermarsi con il veicolo al fine di contrattare sulle strade pubbliche prestazioni sessuali a pagamento con chi esercita la prostituzione o manifesta l’intenzione di esercitarla attraverso abbigliamento ed atteggiamenti. Su tutto il territorio comunale, con particolare riferimento alla provinciale 175 e spartifuoco verso il mare, è fatto divieto di mostrarsi in pubblico con abiti che offendano il pudore. Si tratta di un divieto non solo a difesa del pudore, ma anche mirato ad evitare atteggiamenti che inducano alla domanda di prestazioni sessuali, con conseguenti comportamenti irregolari in tema di svolgimento del traffico… Il controllo sul rispetto dell’ordinanza è affidato al Corpo di Polizia Municipale. Nessuna tolleranza, dunque, – comunica Melchionda – per i comportamenti degli automobilisti e per le stesse prostitute. L’ordinanza intende porre un freno a comportamenti, specie lungo la strada provinciale 175, spesso causa di intralcio al regolare svolgimento del traffico e motivo di reazione e preoccupazione di residenti ed automobilisti di passaggio. Con l’ordinanza, inoltre, si intende tutelare un’area sulla quale si affacciano sia insediamenti turistici e commerciali, sia un complesso sanitario di eccellenza». (Piera Carlomagno, Il Mattino) Cosa succederebbe nel Cilento e in Costiera Amalfitana se si estendesse questa ordinanza? Tutte con gonne lunghe.. speriamo di no.