Nasce il movimento OtherWorldArt fondato da Gianni Nappa, Pasquale Gatta e Francesco Saverio Biondi e altri artisti partenopei per riaffermare il valore estetico ed emozionale delle opere e fronteggiare il dilagante fenomeno della socializzazione e politicizzazione dell’operato dell’artista, che diventa sempre più cronista e meno esteta.
Il mercato globale investe tutte le forme della società mondiale meno l’arte che trova sempre meno ambiti di libera creatività espressiva e viaggia sempre più verso una compatta adesione a modelli e linguaggi lontani dalla comprensione collettiva per modellarsi sul potere istituzionale e galleristico d’elite.
L’Arte è linguaggio solo se comprensibile per tutti; l’affermazione dei concetti deve passare nel nuovo millennio come messaggio di miglioramento della condizione sociale e non per questo deve essere esibito solo in spazi museali e gallerie monotematiche.
Il fermento artistico produce innovazione solo se visibile, creando anche le condizioni di immissione nel mercato di nuove realtà che riaffermino il valore dell’opera recuperando l’operatività a favore di una ricostruenda sensibilità critica verso l’estetica, l’emozione e il bello.
Il concetto è subordinato all’opera, rompendo il sodale rapporto tra musei ed artisti unici sullo scenario mondiale, che formulando installazioni senza seguito lanciano messaggi solo per la committenza e non per una globale comprensione e condivisione collettiva, spesso rielaborando sulla memoria recente.
La dinamicità dell’arte si affanna nella ricerca di nuovi modelli e linguaggi che spesso sono solo fenomeni temporali, mancando l’obiettivo di rimandare alla gente un senso di appartenenza al quotidiano, come se l’arte degli ultimi trenta anni abbia potuto prescindere dal mondo che aveva intorno, cogliendo etica e problematiche sociali come unica possibilità espressiva, ponendo così una demarcazione netta tra la percezione dell’arte da parte di tutti e quella referenziale dei poteri che la muovono.
L’impegno degli artisti nel sociale per condurre verso una comprensione di un futuribile altro, che passi attraverso il loro lavoro, deve connotarsi come parte di un vissuto collettivo senza rimandi a concetti poco fruibili e già contestualizzati ampiamente dai media.
Gli spazi collettivi sono diventati espressione di potere mediatico e autoreferenziale, questo anche per una distribuzione di profitti tra pochi.
Come è possibile accettare un modello che chiude le porte alla comprensione, ed eleva le istituzioni ad essere unici interlocutori con un rimando ai privati galleristi che tali sono, solo se uniformati alla tendenza dominante.
Sempre più spesso l’arte si lega ad eventi così da bypassare la costruzione di percorsi che abbiano radici culturali, e pescano nel catino multiculturale per offrire l’artista di grido internazionale che poco sposa le individualità territoriali.
Le grandi operazioni di musei imposti, come nel caso delle metropolitane napoletane impegnano gli svagati passanti in un relativo sforzo di comprensione, fatto di sguardi di sbieco, di occhiate veloci e che non riescono a cogliere le opere nella loro pienezza.
L’unico messaggio che si coglie, è la ferma volontà delle amministrazioni di dotare la città ma non i cittadini.
Other World Art vuole porre questioni rilevanti sulla sorte dell’arte in Campania, con manifestazioni e opere che colgano l’aspetto che più in questi anni è mancato: il bello riconoscibile, l’emozione e l’intuizione, i concetti al servizio della gente, la comprensione come strumento di miglioramento sociale, la consapevolezza di chi opera e chi fruisce che si è parte dello stesso mondo, la riappropriazione in termini artistici della pittura e della concezione delle opere come possibile scenario di ogni casa.
Other World Art significa la proposizione dell’arte di un altro mondo rispetto a quello del potere e delle mode.
Other World Art creerà una rete tra luoghi altri, che sappiano convogliare e presentare la realtà regionale, nascosta alle referenze di colore e libera nell’affermazione di creatività.
Other World Art promuoverà tutte le azioni necessarie per rilanciare l’arte campana nello scenario nazionale ed internazionale, nella convinzione che la connotazione mediterranea sia una salvezza per il linguaggio artistico mondiale per i suoi rimandi culturali, storici, di colore, di calore, di bellezza, di cortesia, di multiculturalità, di sofferenza, di lotta e di appropriazione di una speranza di un mondo migliore, fatto di colori e di slanci ideali , di affermazione dell’opera di tantissimi artisti poco conosciuti e poco referenziati.
Info:
Per aderire al movimento: gianninappa@hotmail.com