Le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica sulla presenza in Campania di rifiuti tossici provenienti dal Nord, così come il monito lanciato contro l’illegalità diffusa e le miopie localistiche, ci ricordano la valenza nazionale della questione dei rifiuti. Il discorso di Napolitano, assieme alla tregua stipulata con i cittadini di Chiaiano, rappresenta un segnale di speranza in uno scenario tutt’altro che incoraggiante. Un invito alla riflessione per l’opinione pubblica e uno stimolo per la politica a ritornare sulla scena del confronto. Non ne saranno contenti coloro che, da opposte prospettive, solo la settimana scorsa si auguravano lo scontro. Da un lato, per riaffermare l’autorità dello Stato anche attraverso l’uso della forza. Dall’altro, per celebrare l’«eroica resistenza» delle popolazioni napoletane in lotta contro la «repressione» del governo.
In entrambe queste posizioni si scorge l’abisso in cui rischia di cadere la nostra democrazia. Stretta tra una politica irresponsabile e una società sempre più (in)civile. Minacciata dal ritorno delle istituzioni al loro ultimo elemento costitutivo: la coercizione pubblica per riaffermare la sovranità statale. Ma anche dall’indebolimento della convivenza civile: la violenza privata per proteggersi dai criminali e dagli stranieri non meno che dalle discariche e dagli inceneritori. L’Italia insomma sembra una democrazia in trincea, con istituzioni e cittadini asserragliati dietro l’ultima linea difensiva.
Lo Stato ha bisogno di riacquisire legittimità
Sul fronte istituzionale c’è chi, memore della lezione di Max Weber, ricorda che lo Stato altro non è che un rapporto di potere fondato sull’«uso della forza legittima». E che oggi la militarizzazione delle discariche e il pugno di ferro contro i clandestini sono ciò che serve per riaffermare la credibilità delle nostre istituzioni. Tuttavia andrebbe ricordato che, normalmente, la legittimità del potere politico si misura attraverso un criterio del tutto opposto: l’accettazione pacifica da parte dei cittadini delle decisioni assunte dalle autorità. Al contrario, l’uso della forza rappresenta un chiaro indicatore d’insuccesso in qualsiasi rapporto di potere. Non bisogna perciò dimenticare che lo Stato, a Napoli, ha bisogno in primo luogo di riacquisire legittimità. Non soltanto capacità di utilizzare la forza. E che per questo il rispetto del piano del governo (compreso l’impegno sulla raccolta differenziata) è imprescindibile. Ciò detto, anche la società civile dovrebbe dare un segno tangibile di presenza e disponibilità. Per non fare sentire del tutto solo e assediato Bertolaso. Per far vedere che gli orizzonti della solidarietà civile non si fermano sulla porta di casa o del proprio quartiere.
Coinvolgimento preventivo degli abitanti
Questo anche al fine di non accreditare una pericolosa equazione: che le infrastrutture collettive possano essere realizzate solamente sulla punta delle baionette. Non è così. In diverse realtà italiane ed europee, il coinvolgimento preventivo degli abitanti nella scelta dei luoghi dove collocare le discariche e gli inceneritori, rendendo chiari e condivisi i criteri di scelta, ha evitato il sorgere di situazioni come quelle di Napoli. Esistono tecniche specifiche per trattare dilemmi di questo tipo, innescati da decisioni pubbliche che producono benefici diffusi ma anche costi molto concentrati, che pesano su una parte limitata della popolazione.
Purtroppo nel capoluogo partenopeo non è possibile riavvolgere il nastro. Non c’è tempo perché molto tempo è già stato perso. Il caldo che incombe e le montagne di rifiuti che si accumulano per le strade rendono la situazione esplosiva. E tuttavia sfruttare i margini rimasti di dialogo con la popolazione non è segno di debolezza. Se il dialogo è basato sulla trasparenza dei criteri utilizzati per individuare le località prescelte, sulla correttezza delle verifiche condotte nei siti, sul rigore delle procedure di allestimento e di monitoraggio delle discariche, allora non sarà tempo sprecato. Perché i cittadini interessati hanno il diritto che venga loro garantito il pieno rispetto della normativa europea sulla sicurezza delle discariche. Ma lo Stato ha anche il dovere di tutelare la salute di tutti i cittadini napoletani. Legittimamente, con ogni mezzo.
FONTE:LASTAMPA.IT
Michele de Lucia