POSIDONIA, SUL VALLONE PORTO A POSITANO IMMORALE IL SILENZIO DEL PARCO DEI MONTI LATTARI

1 giugno 2008 | 00:00
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POSIDONIA, SUL VALLONE PORTO A POSITANO IMMORALE IL SILENZIO DEL PARCO DEI MONTI LATTARI

L’associazione Posidonia lancia ancora un appello per salvare il Vallone Porto e chiede agli enti, ma in particolare al Parco dei Monti Lattari, di rispondere al documento delle associazioni rispetto al quale il Comune di Positano ha mandato una raccomandata avvisando le associazioni della mancata risposta da parte di tutti gli enti (ben 21 uffici hanno pilatescamente taciuto) e che quindi andranno avanti con l’appalto del Vallone Porto. Quindi torna a rischio l’unica micro-oasi incontaminata, per ora, della Costiera Amalfitana. Riconosciuta area S.i.c. (sito di interesse comunitario) all’interno del Parco dei Monti Lattari. Ed è proprio al Parco dei Monti Lattari che si rivolge l’associazione Posidonia. “Non ci aspettavamo che fermassero subito il progetto dalla Regione o da altri enti, ma che almeno rispondessero con un si o un no motivato alle istanze delle associazioni era doveroso, il silenzio è immorale prima ancora che illegale – dice Vito Casola dell’associazione Posidonia -, ma quello che ci sconcerta di più è il silenzio del Parco dei Monti Lattari. Il Comune di Positano ci ha  comunicato che andranno avanti, è vero che noi riteniamo che anche il Comune abbia elementi tali da dover capire che questo intervento sarà uno spreco di danaro pubblico, dannoso per l’ecosistema del Vallone Porto e minerà anche il ripascimento delle spiagge, ma non si possono buttare tutte le croci sull’amministrazione comunale, sono i nostri referenti principali per vicinanza istituzionale, ma qui vi sono gravi responsabilità da parte di tutti gli enti, in particolare dal Parco dei Monti Lattari dai quali ci si aspetterebbe una maggiore sensibilità verso la tutela dell’ambiente, invece in coincidenza con il suo finanziamento assistiamo al silenzio rispetto alla distruzione di un ecosistema.” La vicenda è sconcertante. E’ un anno che si sta facendo una battaglia per salvare il Vallone Porto, l’allarme lo lanciò il WWF Penisola Sorrentina, seguito poi dall’associazione locale Posidonia, quindi la Gea e a seguire tutte le associazioni nazionali (Italia Nostra e Legambiente) e quelle locali (mobilitando il Forum delle Associazioni che comprende 20 realtà diverse) organizzarono addirittura una manifestazione il 10 febbraio scorso. Successivamente le associazioni hanno presentato un documento, che è un atto pubblico, verso il quale la legge prevede un obbligo di risposta, la legge 241/90 parla di massimo 30 giorni, rispetto quest’atto nessun ente ha risposto, ma l’associazione Posidonia non ne fa una questione legale, sul se si tratti di silenzio-assenso o atto giuridicamente rilevante o meno, ne fa una questione di etica, un vera e propria omissione d’atti d’ufficio morale. Dal Comune di Positano mandano alle associazioni una raccomandata facendo sapere  che nessun ente pubblico ha detto una parola rispetto al documento presentato da tre associazioni nazionali come WWF, ITALIA NOSTRA e LEGAMBIENTE, uniche legittimate ad agire in base alla legge (quelle locali non possono costituirsi in giudizio), un documento che addirittura prevedeva una proposta alternativa rispetto ai lavori previsti. “Il sindaco si prende i nostri strali quando le cose non vanno perchè è il nostro referente istituzionale più vicino, e insistiamo con il chiedere che li fermi, ma gli altri enti cosa fanno? Abbiamo un Parco che tutti abbiamo voluto nella speranza che protegesse l’ambiente e che fa? Niente! Non risponde neanche, non entro nella legge che credo preveda un obbligo di risposta, ma non rispondere è immorale e mancanza di rispetto verso la collettività e verso le future generazioni, a che servono questi lavori? La Regione ha enormi responsabilità e lo stesso assessorato all’Ambiente e la Commissione, che abbiamo saputo è stata sollecitata da attivisti che si sono dedicati anima e corpo alla questione senza essere ascoltati, sono inerti e indifferenti, la Regione ha le competenze ma ci aspettavamo un intervento dal Parco. Il Parco in modo particolare doveva far sentire la sua voce ora, se prima aveva la scusante che un funzionario regionale aveva firmato una assurda autorizzazione, perchè gli organi non erano costituiti, ora non ha alcuna scusante, anzi questo era un motivo in più per dire la propria come organo, invece non ha neanche preso in considerazione la comunicazione di tre associazioni nazionali, almeno dovrebbe rispondere. Le associazioni ambientaliste, presenti negli organi del Parco, dovrebbero pretendere in tutti i modi che il Parco risponda al loro stesso documento. Noi di Posidonia non riusciamo a capire che succede, tutto si può accettare, ma non il silenzio. Non c’è Ragione che tenga a giustificare questo intervento, mentre c’è una tombatura sulla quale intervenire che è a rischio sulla spiaggia di Arienzo, altri valloni dove la situzione è grave da Fiumiciello, dove straripano le fogne, a Fornillo dove c’è un altissimo rischio idrogeologico nessuna valle da proteggere e una grande presenza antropica. Questi lavori grideranno vendetta alle future generazioni. E l’indifferenza delle istituzioni, a cominciare dal Parco, è imperdonabile. Il silenzio è immorale.” Articolo con lettera del Comune di Positano e testo del documento delle assodiazioni