POSITANO. MARINA PANE: LA FANTASIA AL POTERE

10 giugno 2008 | 00:00
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POSITANO. MARINA PANE: LA FANTASIA AL POTERE

Marina Pane: la fantasia al potere

Espone, in piazza Cota di Piano di Sorrento, presso il  Bar Marianiello  l’artista di Positano Marina Pane (nella foto di Massimo Capodanno con Luigi Collina); positanese di nascita ha studiato a Sorrento presso la Scuola d’Arte, poi, a Napoli presso l’Accademia delle belle Arti. In questi anni il Bar “Marianiello”, vero piccolo tempio di arte varia, è diventato un punto di ritrovo per pittori, musicisti, poeti, scrittori ed artigiani, non solo della penisola sorrentina, tanto che – nel più che depresso panorama culturale nostrano – spicca per iniziative di arte varia che ne fa, sicuramente, un attrattore culturale di grande rilievo. Famosi e ben accolti i suoi venerdi di musica jazz nonchè i suoi  sabato di musica “rock” con i gruppi Dogs e Hard Dogs, due generi musicali amati, non solo dai giovani, diventati appuntamenti fissi tanto da riscuotere un meritato e consolidato successo.  Ma torniamo alla nostra Marina Pane: una artista raffinata che, soprattutto,  nei suoi pregevoli inchiostri sa cogliere momenti di grande “pathos”  usando un tratto deciso, disinvolto a volte perfino beffardo, perfino ironico tanto che, per alcuni versi, per l’eleganza che esprime, ricorda – e scusate se è poco – addirittura Henri De Toulouse-Lutrec dal quale, innegabilmente, la Pane sembra trarre ispirazione. Ad una prima superficiale considerazione il limite, di questa artista, sembra situarsi proprio nel mezzo che usa: l’inchiostro, che – infatti – pare segnare un confine inludibile oltre il quale è il bianco del foglio a fare da contraltare rigoroso senza dare spazio ai chiaroscuri, alle ombre, ai contrasti cromatici. Eppure è proprio in questo limite che la Pane cerca e trova una propria, originale dimensione artistica: guardate, infatti, i suoi suonatori di flauti, di violini di contrabbassi: sentirete la musica fluire da quegli ottoni, da tutti quegli strumenti che, senza sforzo apparente, sanno mescolarsi tanto bene tra di loro da configurare esattamente ciò che l’artista intende trasmettere: un insieme di sentimenti che vanno dalla passione primordiale a quelli più complessi tanto che, alla fine, il nero dell’inchiostro ed il bianco del foglio esplodono in mille policromie. Bravissima! Anche le sue tele, se pur con un tratto diverso, meno coinvolgente, configurano e danno vita a situazioni nelle quali la fantasia sembra prendere il sopravvento rispetto alle più elementari leggi della fisica e del reale: così in “Metamorfosi” da un “input” perfino banale, ovvero un promontorio che cala, al tramonto, in un mare senza vento e senza echi la Pane trasforma le rocce, ed il profilo del monte  che sorge dal mare in corpi avvinghiati: le rocce si fanno carne viva, palpitante che urla e si intreccia in mille altre contingenze, in mille altre occasioni che contrastano, anzi, si contrappongono alla restante parte della tela muta in una sua allucinata fissità: quasi un lamento muto per una natura violentata ed offesa; quasi una vendetta poiché, alla fine, malgrado lo scomposto agitarsi di membra dolenti tutto si tradurrà in polvere. Marina Pane espone, dunque, al “Bar Marianiello” fino a tutto il mese di maggio. Per gli appassionati d’arte, di prossima pubblicazione un catalogo curato da “SENZARTE”, che costituirà l’opera omnia” di questa brava artista di Positano.

Franco Mitrione da Agora – scelto e inserito da Michele Cinque per Positanonews