Tutti i retroscena, nomi dei protagonisti e dichiarazioni rese nella commissione ambiente di una delle vicende più paradossali della storia di Positano e recente della Costiera Amalfitana come organo di stampa stiamo facendo di tutto per impedire un intervento che altererà un ecosistema. Ultimo episodio la lettera dell’amministrazione che ha comunicato il silenzio di tutti gli enti rispetto alla proposta fatta da WWF, Italia Nostra e Legambiente. Pubblichiamo il verbale della audizione della Commissione Ambiente della Regione Campania (nella foto di Yvette Forster Arienzo ed il Vallone Porto)
CONSIGLIO REGIONALE
DELLA
CAMPANIA
“VII COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE”
AUDIZIONE DEL GIORNO 15/01/08
INIZIO ORE: 13,50
PRESIDENTE: Diamo inizio ai lavori dell’Audizione. La Commissione sta cercando di recuperare un po’ di tempo sulle richieste di audizione per quanto riguardai vari aspettie i vari problemi della nostra Regione; poi c’è l’attività ordinaria della Commissione e, quindi, cerchiamo di dare una sequenza all’attività della nostra Commissione. Mi è pervenuta dal collega Antonio Scala una richiesta di audizione che riguarda anche delle associazioni ambientaliste, la situazione idraulico – forestale del Vallone Porto di Positano. L’intervento che è stato deliberato, finanziato, non so se è stato anche appaltato, è un intervento che va a cementificare angolo del patrimonio ambientalistico. Nel senso che si ritiene che tutto quello che sta franando a monte verso questo posto è materiale di risulta, negli anni depositato in quel posto e quindi con la pioggia scendono giù calcinacci.MI hanno portato a visionare delle cose, senza alcun pregiudizio ho voluto avere questo momento di confronto, per capire se effettivamente le preoccupazione degli enti che hanno rilevato questo problema è giusto. L’intervento è di tipo naturalistico, bisogna cementificare, gli interventi possono essere fatti in vario modo, se ci affidiamo alla tecnologia giusta possiamo avere degli interventi che mettono in sicurezza il nostro territorio e allo stesso momento non vanno a fare un disastro in un’area che è patrimonio importante Vorrei dare alla Dottoressa Gitto la parola, poi, successivamente, alle associazioni ambientaliste.
GITTO: Quando ci è stato chiesto di interessarci di questa cosa, ci siamo dotati di relazioni geologiche e zoologiche. Una del geologo Cerri, l’altra dello zoologo Magli. Hanno espresso perplessità per quanto riguarda questi lavori, perché un conto e’se si tratta di lavori di ordinaria manutenzione, di quello che già c’è, altro è quando si parla di dovere fare muri di sostegno, perché a quanto pare non solo non se ne ravvisa la necessità, perché i materiali scendono a valle, sono materiali di risulta, quindi non crea da questo punto di vista grossi problemi e poi perché sarebbero altamente invasivi per la tipicità del luogo, in cui sia la fauna che la flora sono tipici e quasi unici Stiamo parlando di un gioiello di Positano, che purtroppo pochi conoscono, che andrebbe rivalutato e sicuramente non andrebbero fatti lavori invasivi. Poi c’è il problema dell’ingresso della spiaggia di Positano sono stati fatti dei lavori, ho portato delle foto che stanno a disposizione, che hanno creato un problema. Questi tipi di lavori li spiegheranno i tecnici, meglio, come andrebbero fatti, e quale dovrebbe essere l’intervento non invasivo da operare in questa zona. Abbiamo voluto chiedere un’audizione al Presidente della Commissione per cercare di fermare i lavori che sono stati non solo finanziati, ma mi hanno detto addirittura che i lavori erano già partiti, bisogna fermarli per cercare di capire il modo migliore di intervenire in questa zona e per evitare di fare ulteriori danni.
PRESIDENTE: Sentiamo adesso le associazioni.
FIENGA (WWF): innanzitutto vorrei chiarire in che zona ci troviamo: l’intervento ricade all’interno di Vallone che è sito di interesse comunitario, nonché parco dei monti Lattari, della perisola sorrentina, zona c e zona a, dove è presente un ecosistema unico in costiera con delle presenze sia animali che vegetali in via di estinzione. Premettendo che nel regolamento all’interno del Parco non è previsto questo tipo di intervento, l’intervento proposto all’interno del Vallone, secondo noi, andrà a distruggere l’ecosistema unico all’interno del Vallone. Il Dottore Maio meglio di me potrà spiegare la situazione
DOTT. MAGLIO (TECNICO NATURALISTA WWF) : Innanzitutto vorrei dire che a noi interessa ragionare da un punto di vista di un ecosistema, qualsiasi alterazione fatta nella parte interessata, va a modificare quelli che sono i parametri microclimatici dell’aria: riduzione dell’umidità, alterazione della vegetazione, e soprattutto danni alla fauna e alla flora che ci vivono all’interno. Il fatto che si parla di fare i lavori adesso a fine inverno, prossima primavera, quando invece i lavori erano stati segnalati sul progetto in autunno, quindi in un periodo in cui l’impatto sulla flora e la fauna erano meno evidenti, già questa è una preoccupazione ulteriore. Il fatto che ci ha fatto di più convincere è il parere del professore Aldo Cinque, che insiste sulla inutilità dei lavori fatti nell’alveo. Questi lavori non mitigheranno il rischio, ma distruggeremo solo un ecosistema. Il rischio permane in quanto tale però le conseguenze sono molto limitate rispetto ad altre aree della costiera amalfitana, in cui l’alveo scorre all’interno del centro abitato e quindi un eventuale fuoriuscita delle acque andrebbe a impattare sulle abitazioni. Nel caso del Vallone Porto non sussiste. L’unico problema è legato alla costruzione che c’è sulla spiaggia disabitata che coinvolge un altro tipo di discorso sulla tombatura.
FIENGA(WWF): secondo noi sarebbe il caso di vedere se è possibile eliminare la tombatura per ridare l’originaria destinazione.
CHIAVAZZO (RESPONSABILE SCIENTIFICO LEGAMBIENTE CAMPANIA): Siamo stati coinvolti in questa gestione poco fa su invito del Comune di Positano, abbiamo fatto un incontro e abbiamo avutola possibilità di prendere visione degli estremi del progetto. Da subito abbiamo cercato di entrare nel merito per capire quale potesse essere l’esigenza dell’iniziativa. Come si evidenzia dai documenti progettuali, è una esigenza seria perché l’intervento mira a ridurre il rischio idrogeologico. Il rischio significa vite umane che devono essere salvate. Quindi, abbiamo provato a metterci dall’altra parte della barricata, e quindi abbiamo fatto una indagine per sapere come stavano le cose. Il primo aspetto che rileviamo è che e’ legittimo che l’Ente si preoccupi affinché ci sia la possibilità di ridurre il rischio a cui sono sottoposte persone e beni. Questo è un passaggio importante. Tanto è vero che la normativa da cui scaturisce tutta la programmazione, è quella che è stata prodotta all’indomani dell’esame di Sarno.
Dove si dice che vanno definiti programmi di interventi urgenti anche attraverso azioni di manutenzione di bacini per la riduzione del rischio idrogeologico, tenendo conto dei programmi già in essere da parte delle Autorità di Bacino di rilievo nazionale, nei quali la maggiore vulnerabilità del territorio si lega a maggiori pericoli di persone, cose e patrimonio ambientale. Questo è l’elemento di riferimento sul quale tutti si devono muovere. Se entriamo nel merito del contesto territoriale abbiamo fatto un po’ una valutazione di quale era la situazione, attenendoci alla pianificazione di riferimento che è quella della Autorità di Bacino ,è venuto fuori che non ci sono strutture sensibili presenti in aree arischio alluvioni, mentre c’è una costruzione che insiste in un’area a rischio frana elevato e c’è ancora in un’area un tratto della strada statale 163 amalfitana e infine c’è la stessa costruzione che insiste anche in aree a rischio elevato colate. Sono due gli aspetti frane e colate. Per quanto riguarda le colate c’è una abitazione, per quanto riguarda le frane c’è oltre la struttura anche un tratto della strada sorrentina. Il progetto: il progetto evidenzia che punta a contrastare uno solo di questi due fattori di rischio, quanto alle colate interviene, mentre riguardo alle frane che riguardano l’abitazione e la strada, non interviene. Il progetto è finalizzato a limitare gli effetti sulle zone vallive del Vallone Porto, del Comune di Positano derivabili da possibili colate. Per essere sintetici, quali sono le considerazioniche facciamo? Sempre con riferimento al rischio ci sono due cause di riferimento una è la colata e l’altra è la frana. Il progetto punta a intervenire solo sul problema delle colate. Quindi, rimane scoperto l’aspetto delle frane, perché l’abitazione rimane a rischio frane, così pure la strada.
GITTO: se puoi spiegare che il progetto mette tutto insieme, parla di mitigazione del rischio idraulico anche in zone dove i geologi hanno detto che non è necessario….
CHIAVAZZO: penso che si sia compreso fino ad adesso quali sono i due aspetti su cui bisogna lavorare. Il progetto punta sul discorso colate, le colate vengono dalla parte a monte, quindi riguarda una vasta area di riferimento. Questo può legittimare il progettista a intervenire sulle… Vasto. Il progettista dice che il rischio colate è determinato da un evento che eccede in novanta metri cubi al secondo. Significa una portata di flusso consistente, rispetto a questa portata gli interventi di progetto non intervengono, perché? Che cosa fanno gli interventi di progetto, comportano un effettiva mitigazione delle situazioni di crisi che hanno interessato il Vallone Porto negli ultimi anni, eventi che non sono della portata di riferimento per il rischio ma sono interventi di minore entità, non sto a dire quanti metri cubi, ma non sono novanta metri cubi. Se noi consideriamo che e’ un evento di pochi metri cubi e viene intercettato da queste strutture di progetto, possiamo dire che quell’evento nel caso non venisse intercettato non darebbe problemi perché non è un evento a rischio, l’evento a rischio vi è nel momento in cui le portate sono consistenti, per cui in tale caso l’intervento non riesce ad avere efficacia. È un po’ complicato, mi rendo conto. A nostro avviso da così come impostato il progetto non è adeguato per contrastare efficacemente il rischio. Questo e’ un problema che ci dobbiamo porre tutti, anche l’Amministrazione con la quale abbiamo avuto la disponibilità a rivedere il progetto, è chiaro che noi auspichiamo che si possa intervenire in modo che effettivamente le risorse vengano spese per contrastare i fattori che ci sono di rischio. Quanto alle modalità di intervento sicuramente ce ne saranno diverse ma sarebbe una sovraesposizionechiedere adassociazioni ambientaliste di suggerire le soluzioni. Le soluzioni devono essere suggerite da chi ha strutture tecniche competenti che può attestare, fermo restando che quello che noi chiediamo che una eventuale rimodulazione vada a incidere sulla riduzione del rischio e dall’altra parte tenga conto della esigenza di tutela ambientale che c’è nell’area. A nostro avviso riteniamo che si possa utilmente agire in questo senso.
PRESIDENTE: la parola alla Dottoressa Di Leo.
RAFFAELLA DI LEO:noi siamo contrari a questo progetto e per di più riteniamo, facciamo nostre le valutazioni che sono state esposte dalle altre associazioni, ma andiamo oltre il problema vero per le colate unanimemente riconosciute è determinato dalla tombatura del tratto finale del corso d’acqua che non lascia lo spazio sufficiente per il passaggio delle acque dei detriti che naturalmente in modo retto l’acqua porta con sé. Allora, secondo noi bisogna innanzitutto rimuovere questa tombatura, che è un lavoro fatto questi cento anni fa, settanta anni, ma poniamoci il problema in questo modo, non cerchiamo di rappezzare le situazioni determinate da un intervento sbagliato, rimuoviamo uno sbaglio. Tutti pensano che è uno sbaglio però poi si va partendo da quello e non pensando a rimuoverlo. La nostra posizione è questa.
SEGRETARIO GENERALE: cè una doverosa disponibilità, tuttavia per l’autorità di bacino si tratta di un intervento risalente a una programmazione di alcuni anni fa, finanziato, che è un intervento migliorativo anche se non è risolutivo, d’altra parte tutti gli interventi in materia di difesa del suolo sono interventi mai risolutivi, rappresentano sempre una goccia nel mare delle esigenze . Tuttavia è una attività qualificata di manutenzione ordinaria e straordinaria, che per certi versi migliorativa di un’area che è sottoposta a un rischio reale e potenziale da frana, con una classificazione r4 quindi di rischio elevato. È un intervento limitato non è risolutivo, tanto è che nella espressione di parere favorevole si è anche specificato che la esecuzione dell’intervento ancorché possa migliorare, riducendo la potenzialità del rischio frane non è detto che produca una riclassificazione in senso riduttivo del rischio, la manutenzione di per se’ stessa è migliorativa. Fatta questa premessa, è chiaro che vi è sempre la possibilità e la disponibilità a riconsiderare l’intervento a rivederlo in una logica di benefici. Nulla osta dal punto di vista dell’Autorità di Bacino, fermo restando che è un intervento in fase avanzata, nel senso che c’è un procedimento autorizzatorio che si è concluso, adesso la palla sta nelle mani del comune di Positano per la realizzazione, se esistono possibilità di ricalibrature di questo intervento per renderlo più utile e efficace, sempre che ciò sia compatibile con lo stato avanzato del procedimento.
PRESIDENTE: volevo chiedere di cosa parliamo, cosa si fa?
SEGRETARIO GENERALE: si fa pulizia dell’alveo dei depositi dei detriti alluvionali presenti, sistemazione dei versanti marginali l’asse del torrente, tramite la rimozione delle essenze morte, la sistemazione dei versanti. La posa in opera di una palizzata a contenimento della scarpata in veste idraulica a monte della sezione numero 27, realizzazione di tre briglie selettive, di tipo A finestra, tipologia A 1 zero cinque, come previste nel quaderno delle opere tipo, previste dal piano stralcio di assetto idrogeologico, indica la tipologia di intervento con una priorità a favore delle opere di ingegneria naturalistica, riprofilatura del fondo alveo con rimozione del materiale depositato, sistemazione dei due sentieri esistenti mediante l’impiego di pietrame calcareo.Ho avuto il parere specifico del parere dell’Autorità di cui stiamo discutendo di importo pari a 258 mila euro. È un intervento che noi abbiamo qualificato come un intervento di manutenzione, un intervento migliorativo ma non risolutivo, e’un intervento che sicuramente ridurrebbe la possibilità di rischio.
Detto questo, c’è la disponibilità perché l’intervento può essere migliorato, perrò nemmeno a dirsi che è un intervento controproducente è un intervento minimale che si pone sul piano delle opere di manutenzione. La manutenzione è una regola generale per la difesa del suolo. Se poi c’è una volontà di rimodularla e questo è compatibile con i tutti, siamo disponibili come Autorità di Bacino a prendere in esame anche altre cose.
PRESIDENTE: la parola all’onorevole Gagliano.
GAGLIANO: io per avere chiara la situazione e per cercare di comprendere, chiedo se questo tipo di intervento è stato soggetto a dei pareri. È coperto da tutti i pareri. Perché anche noi abbiamo difficoltà a comprendere quali sono gli corretti per accedere a un finanziamento, perché molto spesso anche gli assessorati, lo dico anche in maniera critica, non esprimono i pareri, non entrano nel merito e mettono anche noi in grande difficoltà. Nel momento in cui andiamo ad esaminare delle situazioni. Dico una cosa che non c’entra niente con questa situazione: se noi ci sediamo a questo tavolo devo dire che la costiera amalfitana la dobbiamo imbalsamare, non possiamo fare nulla, perché con le leggi restrittive che ci sono, però mi torna molto strano dover verificare che si consentono degli interventi in zona A1 , con il parere anche della Sovrintendenza che non so se è presente a questo tavolo e poi in interventi come questi dove non ci sono delle situazioni che vanno a modificare quella che è questa situazione. Dobbiamo cercare di avere tutti anche i presenti a questo tavolo una linea corretta e coesa. Dobbiamo capire quali sono gli indirizzi da seguire perché così probabilmente non ci sarà bisogno di sollecitare l’amico Ragosta per fare questo tipo di intervento. Allora una volta compreso che ci sono tutti queste autorizzazioni dobbiamo capire che cosa è che ci mette nella situazione di dovere bloccare questa situazione. Oggi parliamo di un vallone, ma di situazioni di vallone, l’amico Ottavio Fusco ci può dire, come sindaco e come funzionario della comunità montana, che ce ne sono tantissime lungo la statale 163 amalfitana e molto spesso destano non poche preoccupazioni. Il contributo che mi permetto di dare, anche se minimo, ne sono venuto a conoscenza solo ieri, io seguirò questa cosa, perché ci tengo molto al discorso della costiera, visto che ci sono anche tutte le categorie, le quali le invito a un incontro che avremo martedì con il collega Pianese, vi prego di essere presenti per seguire una linea che ci auguriamo possiamo concordare intorno a questo tavolo perché a me fa piacere che la costiera sia difesa, però se noi facciamo una regola partendo anche da oggi va bene, però che sia una regola corretta da parte anche della Sovrintendenza. La sovrintendenza dove vede e dove fa finta di non vedere. La Sovraintendenza nel momento in cui c’è un vincolo 1A di inedificabilità assoluta, se questo vincolo non viene rimosso, loro non hanno nessun potere di rimuoverlo perché noi l’abbiamo messo, quelli di allora l’hanno messo, e naturalmente noi lo dobbiamo rimuovere perché nessuno ha dato allaSovraintendenza questo potere. La Sovraintendenza induce in grandi errori i magistrati, perché quando parla la Sovraintendenza è come se avesse parlato Dio. La Sovraintendenza deve esprimere un parere, il resto lo devono fare tutto il resto. Mi fa molto piacere che si affronti in maniera forte questa situazione con l’intento di capire il compito di ognuno di noi che e’ quello di andare avanti con una situazione coerente e