Anche la Città della Musica aspetta la Regata di domenica e il Ravellotime, la testata cartacea e telematica dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Ravello (scaricabile sul sito www.ravellotime.it ) ha dato onore a questo evento che riguarda tutta la Costiera Amalfitana dedicandogli il numero di questa settimana. English at the Bottom
Ai tempi della Repubblica amalfitana Ravello era una delle città dipendenti dal Ducato, con Amalfi capitale. Ma ciò non tolse il fatto che in quel periodo – siamo nel IX secolo -la città, che godeva di una posizione vantaggiosa e inespugnabile, possedeva un territorio vasto e fertile.
Secondo lo storico locale Matteo Camera “gli antichi monumenti che quivi tuttora ne avanzano, attestano l’antica sua opulenza e civiltà”.
Il valoroso normanno, Roberto Guiscardo, pose gli occhi su Amalfi (anno 1073) e sulle città di Scala e Ravello, intitolandosi “duca degli Amalfitani”. Dopo la sua morte, il figlio Ruggiero, mediante “gli aiuti e le manovre occulte de’Ravellesi e di taluni altri connazionali” riacquistò il potere ad Amalfi, diventando duca nel 1089.
Fino a quando, nel 1096, gli amalfitani si sottrassero alla sua sudditanza, e nominarono “capo” un certo Marino Pansebaste, loro concittadino. Ma il duca Ruggiero, approfittando di dissensi interni e coadiuvato dai ravellesi, soggiogò di nuovo Amalfi.
Da qui nasce il fatto di uno “storico rancore” tra Amalfi e Ravello. Ma grazie al rapporto di Ravello con il duca Ruggiero Guiscardo, che intercesse presso Papa Urbano II, la chiesa ravellese divenne indipendente da Amalfi e direttamente dipendente alla Santa Sede (1090), con tutta una serie di agevolazione, come il “privilegio di esenzione” per i vescovi di Ravello.
Caduta la repubblica amalfitana sotto lo scettro di re Ruggiero (che intanto aveva fondato la monarchia di Sicilia), sia ad Amalfi che a Ravello venne designato un magistrato (il primo, nel 1130, fu Mauro patrizio, figlio di don Giovanni Arcuccia)e di volta in volta un suo successore.
Fino a quando Federico II, re di Sicilia, lì abolì per il loro troppo potere, ma li sostituì con i “baiuli” che amministravano la giustizia, giudicando le cause civili e miste.
Non era raro così che i ravellesi, così come altri cittadini del Ducato, rimettevano le loro controversie a due o tre arbitri, scelti tra le parti in disaccordo.
Tante sono le scritture medievali che contengono “diverse questioni di possesso contrastrato”.
E questi documenti rappresentano un importante testimonianza della ricchezza di Ravello ma anche dei suoi usi e costumi del tempo.
Ravello at the time of the Republic of Amalfi
In the time of the Republic of Amalfi Ravello was a town thatwas dependant on the Duchy, with Amalfi as its capital.But still, in that period – the ninth century- the city enjoyed an advantageous and impregnable position and had a vast and fertile territory.
According to local historian Matteo Camera “the ancient monuments that are still here show proof of the ancient civilization and its opulence.”
The valiant Norman, Roberto Guiscardo, discovered Amalfi and the towns of Scala and Ravello in 1073 and named them “Duca degli Amalfitani.” After his death, his son Ruggiero used all his means to become Duke in 1089.
But in 1096, the population of Amalfi rejected his command and nominated as “leader” a certain Marino Pansebaste, a fellow citizen. The Duke Ruggiero, taking advantage of the people that didn’t agree with his dismissal and assisted by the population of Ravello, managed to re-conquist Amalfi.
This is where the “historical grievances” between Amalfi and Ravello were founded. But thanks to the rapport between Ravello and the duke Ruggiero Guiscardo, who interceded Pope Urbano II, the church of Ravello became independent from Amalfi and directly dependent on the Santa Sede (1090).
After the fall of the Amalfitan republic under the sceptre of King Ruggiero (who meanwhile had founded the monarchy of Sicily), both Amalfi and Ravello were appointed a judge until Federico II, King of Sicily, abolished them for having too much power. He replaced them with “baiuli” who administered justiceand judged civil and mixed cases
Often the citizens of Ravello, like other citizens of the Duchy, presented their differences to two or three arbitrators, chosen from among the disagreeing parties.
There are many medieval writings that contain “several contrasting issues of possession.”
These documents represent an important witness to the wealth of Ravello but also its traditions and customs of the time.