RIFIUTI RADIOATTIVI, GIALLO A SAVIGNANO

16 giugno 2008 | 00:00
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RIFIUTI RADIOATTIVI, GIALLO A SAVIGNANO

NAPOLI – Un carico contenente rifiuti ospedalieri sul quale sono state rilevate lievi tracce di materiale radioattivo, in particolare Iodio 131, una sostanza usata in medicina e comunque non pericolosa al punto che viene somministrata ai pazienti negli ospedali, è stato bloccato all’ingresso della discarica di Savignano Irpino.

Ne è nato un giallo, con il direttore dell’impianto, Liberato Imperato, che ha smentito la presenza di materiale radioattivo parlando solo di rifiuti impropri come bende e cateteri, e il generale Franco Giannini, responsabile del settore tecnico-operativo della struttura di Bertolaso, a confermare la scoperta. In serata il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si è complimentato con il generale Giannini sottolineando che proprio il ritrovamento di  “dimostra ancora una volta come nell’assolvimento dei propri compiti, in collaborazione con le forze dell’ordine, i militari impegnati a Napoli stiano svolgendo un ruolo prezioso di cui tutti gli siamo grati”. “Questa mattina – ha detto Giannini – durante i controlli, abbiamo rilevato in un carico rifiuti ospedalieri dove c’erano tracce radioattive di Iodio 131”.

A quel punto, ha aggiunto il generale, “abbiamo rimandato al sito di trasferenza di Pantano d’Acerra il carico, per consentire ai vigili del fuoco di effettuare ulteriori controlli e per cercare di risalire al responsabile dello sversamento”. La struttura diretta da Bertolaso ha anche presentato una denuncia all’autorità giudiziaria. “E’ evidente – proseguono dalla struttura – che i rifiuti ospedalieri devono essere smaltiti attraverso una filiera completamente diversa da quella prevista per i rifiuti solidi urbani.

L’episodio conferma – si sottolinea – l’accuratezza dei controlli”. I risultati conseguiti a Napoli, ha osservato il ministro della Difesa, “sono la risposta migliore a chi parla di divisioni tra forze dell’ordine e militari”, sottolineando che entrambi “sono al servizio dell’Italia per garantire la sicurezza interna ed esterna e il rispetto delle leggi, ciascuno nell’ambito dei propri compiti”. Non lontano da Savignano, quaranta quintali di rifiuti pericolosi destinati alla Campania per essere smaltiti illecitamente, sono stati sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Montella (Avellino).

Il carico era trasportato da due tir provenienti dal Foggiano e diretti in Alta Irpinia. I benefici derivanti dallo sversamento a Savignano tardano tuttavia a farsi sentire. Se la situazione a Napoli città tende a migliorare con 1900 tonnellate di rifiuti ancora a terra, così non è per la provincia, specie per l’area flegrea e quella vesuviana. Ne risente anche il turismo degli scavi archeologici: ad Ercolano cumuli enormi sostano vicino alle Ville Vesuviane, agli Scavi Archeologici e nell’area mercatale di via IV Novembre. Il sindaco, Nino Daniele, denuncerà la grave crisi in cui versa la città vesuviana domani a Napoli nell’incontro in programma con il sottosegretario Bertolaso. Proteste nel Casertano, infine, con un corteo antidiscarica cui hanno preso parte centinaia di persone.

COMITATI CHIAIANO, PROVA CHE IL PIANO E’ PERICOLOSO
“Il carico radioattivo ritrovato mentre andava nella discarica appena aperta a Savignano dimostra tutto il pericolo che questo piano rifiuti rappresenta per la nostra regione”. E’ quanto affermano in una nota i comitati in difesa delle cave di Chiaiano e Marano. “Se da un lato – si sottolinea – c’é la gestione illegale dei rifiuti che può portare a situazioni come quella di oggi, dall’altro c’é il decreto governativo che legalizza lo sversamento della gran parte dei rifiuti tossici (fanghi chimici, ceneri pesanti ecc) per fare della Campania lo sversatoio a basso prezzo dell’industria settentrionale. Per questo è vitale perseguire modelli alternativi, praticabili e richiesti dalla stessa Unione Europea”. “Nei prossimi giorni – si conclude la nota – si intensificheranno le nostre iniziative per difendere la Selva di Chiaiano che è un patrimonio di Chiaiano, Marano e Mugnano, ma anche di tutta la città di Napoli”.









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                            Michele De Lucia