NAPOLI – «Non sono una fiera da gabbia: non voglio essere ripreso da TeleKabul». Sono le parole, tra risentimento e sarcasmo, quelle pronunciate dal boss Francesco Schiavone detto «Sandokan» e indirizzate a «Telekabul», vecchio appellativo di Rai Tre, in occasione dell’ultimo atto del processo «Spartacus», giunto al grado d’appello in corte d’Assise a Napoli. Il «capo dei capi» dei Casalesi al pari degli altri imputati si è opposto alle riprese video e agli scatti dei fotoreporter presenti per la prima volta in questo processo, in seguito alla enorme risonanza provocata da recenti agguati ai danni di collaboratori di giustizia e, nondimeno, grazie alla diffusione mondiale del libro Gomorra di Roberto Saviano che descrive analiticamente il business della cosca sotto processo. Sandokan però ha avuto ragione: la Corte ha perciò permesso l’ingresso di cineoperatori e fotografi a patto che non riprendessero gli imputati.
BATTUTE FINALI – I giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Appello di Napoli (presidente Raimondo Romeres) si sono poi ritirati in Camera di consiglio. A loro il compito di emettere la sentenza del maxiprocesso – uno dei più importanti celebrati in Italia contro le mafie – contro boss e gregari del clan dei Casalesi. La lettura del dispositivo della sentenza è prevista per giovedì 19. Non vi è stata oggi, lunedì 16, la replica da parte del sostituto procuratore generale Francesco Iacone.
IMPUTATI – La Corte dovrà pronunciarsi, tra l’altro, sulla richiesta di conferma di 16 ergastoli inflitti in primo grado a esponenti del clan, tra i quali, lo stesso Francesco Schiavone, poi Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto ’e Mezzanotte e i latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine. le due primule rosse della camorra casalese.
ARRESTATO IL «CASSIERE» – Il latitante Giousè Fioretto, 45 anni, cognato della collaboratrice di giustizia Anna Carrino, ex compagna di Francesco Bidognetti, e autrice di una serie di appelli contro la camorra, è stato arrestato dai carabinieri all’interno di una masseria tra Giugliano e Varcaturo, nel Napoletano. Fioretto, secondo i carabinieri, era considerato il «cassiere» dei Casalesi. Era già sfuggito, il 17 aprile scorso, alla cattura. A stanarlo i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Castello di Cisterna (Napoli) nell’ambito di un’attività di indagine condotta con servizi di osservazione e pedinamento. I militari sono stati coadiuvati nella fase conclusiva dell’indagine dai colleghi della compagnia di Giugliano e della compagnia di intervento operativo del sesto Battaglione Toscana.( Corriere del Mezzogiorno)