AMALFI GOLETTA VERDE CONTRO IL PORTO NON SOSTENIBILE
I ragazzi e le ragazze di Cigno Verde, che ieri Positanonews ha incontrato, sempre più battaglieri, ritornato sulla vicenda portualità con un “Sì a turismo sostenibile, valorizzazione del territorio e programmazione in accordo con i residenti” sui 470 km di coste campane insistono oltre 15 mila posti barca, più del 10% del totale nazionale. Riqualificazione del waterfront e del porto turistico di Amalfi? Anche se il pericolo sembra scampato, Goletta Verde risponde: “No grazie”. Legambiente, infatti, non ritiene compatibile il progetto che vorrebbe prolungare scogliere e moli, nonché aumentarne l’altezza fino a 4,5 metri, restringendo di fatto l’imboccatura del porto di Amalfi la capitale della Costiera Amalfitana che comprende località internazionali come Ravello e Positano. Come se non bastasse, il suddetto progetto prevede una serie di opere altamente impattanti a corredo del nuovo porto: volumi edilizi di notevoli dimensioni che si anteporrebbero all’edificato esistente modificando inesorabilmente i caratteri architettonici e storici distintivi di Amalfi e contravvenendo agli indirizzi urbanistici contenuti nel vigente PUT. Un progetto cui Legambiente Campania si è opposta da subito per il suo forte impatto ambientale e per lo sconvolgimento dell’ecosistema marino circostante. Le opere a corredo del waterfront, inoltre, comprometterebbero definitivamente il paesaggio impedendo la vista del mare dal paese e viceversa. Il forte incremento di posti barca e posti auto favorirebbe il turismo mordi e fuggi, con conseguenze dirette sull’aumento di inquinamento, marino e atmosferico. Verrebbe insomma sconvolto l’equilibrio di un luogo che è inserito nei siti patrimonio dell’Unesco sin dal 1997.Piuttosto di una tabula rasa dalle conseguenze nefaste, Goletta Verde e Legambiente chiedono l’adeguamento e la messa in sicurezza dell’esistente. “Di fatto, il progetto non tiene minimamente in considerazione l’idea di uno sviluppo sostenibile – ha commentato Raffaele Del Giudice, direttore Legambiente Campania – e non ha comportato la consultazione della popolazione che qui vive e lavora, né ha mai preso in esame le effettive ricadute economiche ed occupazionali sui residenti. Per tutte queste motivazioni Legambiente Campania ha presentato al comune di Amalfi una serie di osservazioni contro il progetto del waterfront. Al momento sembra che abbiano sortito qualche effetto positivo. Goletta Verde si auspica che ci sia un cambiamento di indirizzo da parte del Comune di Amalfi, ma il caso resta sotto esame e, soprattutto, si augura di non sentir mai più parlare dell’ampliamento e della ristrutturazione del porto turistico di Amalfi.
“Purtroppo – ha proseguito Raffaele Del Giudice – quello di Amalfi non è certo un caso unico in Campania. Sono molti, infatti, i progetti che vorrebbero fare nuove colate di cemento in mezzo al mare a vantaggio di nuovi porti, porticcioli e marine turistiche. I progetti contenuti nel Piano integrato della regione Campania rischiano di cambiare i connotati alla costiera.”
Inizialmente erano previsti circa 700 nuovi posti barca, di cui 360 a Meta e a Marina di Equa a Vico. A questi si sono poi sommati l’adeguamento in chiave turistica del porto di Piano, di quello di Marina della Lobra a Massalubrense e gli studi di fattibilità presentati per Marina Grande di Sorrento (attracco per maxiyacht) e per il nuovo porto della marina di Puolo. Intanto il TAR ha bloccato il progetto per la ristrutturazione e l’ampliamento del porto di Marina della Lobra e di quello di Massa Lubrense. E pensare che siamo in piena area marina protetta, quella di Punta Campanella. Come se non bastasse, c’è anche la realizzazione di decine di opere infrastrutturali a ridosso delle spiagge e degli approdi, come parcheggi e opere di riqualificazione urbana di varia natura, inclusi negli studi di fattibilità e riguardanti tutti i borghi marinari coinvolti. Si tratta di un massiccio intervento urbanistico che riguarda buona parte della linea di costa della penisola, in gran parte già “privatizzata” con la presenza di numerosi bagni che impediscono l’accesso pubblico agli arenili.
Ricordiamo che risale ad appena un anno fa l’inaugurazione del porto di Marina di Stabia, marina che ha una capacità di 1.400 posti barca ed è considerata tra i porti turistici più grandi del Mediterraneo.
Chiuso un cantiere, eccone subito pronto un altro: sempre sulla costa campana, è il progetto del nuovo porto turistico di Pinetamare a Castel Volturno, in provincia di Caserta, per cui la Regione il 28 aprile scorso ha sottoscritto un accordo con la società Marina di Pinetamare, che lo costruirà e gestirà per 60 anni. Nell’autunno del 2008 si avvieranno i lavori per la realizzazione di 1.200 posti barca su una superficie complessiva di 756.500 metri quadrati, di cui 220 mila a terra, con quattro darsene per maxiyacht, pescherecci e natanti da diporto anche di grandi dimensioni. Immancabili ci saranno 2.550 parcheggi, in parte all’interno dell’area portuale e in parte esterni, e un centro polifunzionale con attività commerciali. E si potrebbe andare avanti.
“Eppure – aggiunge Rina Guadagnini, portavoce Goletta Verde – come documentato da uno studio Ucina ripreso dal Mare Monstrum di Legambiente, in Italia si potrebbero realizzare 40 mila nuovi posti barca senza sacrificare un solo metro di costa. Basterebbe, infatti, riqualificare i bacini già esistenti lungo la Penisola, come vecchie marine abbandonate ed ex siti industriali, e usare sistemi innovativi, mobili e non impattanti dedicati alla piccola nautica. Cosa che creerebbe anche ormeggi a minor costo, andando incontro alle domande di una fetta del mercato della nautica da diporto.
Ricordiamo che, con i suoi 470 chilometri di costa, la Campania da all’Italia 15059 posti barca, ossia oltre il 10% del totale nazionale. Quanta costa deve ancora sacrificare per un business, quello dei nuovi porti, che consuma territorio, arricchisce pochi ed è a forte rischio di infiltrazioni camorristiche?”