CILENTO UN OSTELLO FANTASMA CON SOLDI PUBBLICI A CELLE DI BULGHERIA
SALERNO — E’ costato già 870.000 euro l’ostello di Celle di Bulgheria, un piccolo centro nel parco del Cilento, ma nessuno vi ha mai dormito neppure per una sola notte. I lavori avrebbero dovuto essere completati entro il 24 agosto 2007, ma sono bloccati da tempo, né si sa quando riprenderanno. L’edificio, monumento allo spreco dei fondi europei, se ne sta lì, abbandonato, a circa 50 metri dalla stazione ferroviaria di Celle. Una storia emblematica del modo disinvolto con cui sono stati spesi i soldi di Bruxelles. Un caso particolarmente clamoroso, certo non l’unico. Gli esempi, infatti sono tantissimi. Le costosissime boe gialle acquistate dal comune di Sorrento e ancorate al largo di Marina Grande, ma inutilizzate dai pescatori, per esempio. Oppure il faraonico osservatorio astronomico di Petina, in Cilento, da tempo disertato dagli astrofili. La vicenda dell’ostello-fantasma comincia alla fine degli anni novanta, quando il Parco del Cilento presenta un progetto per trasformare la vecchia casa dei ferrovieri di Celle di Bulgheria in una struttura ricettiva. Servirà, sostengono presidente e direttore amministrativo della riserva naturalistica,come punto base per gli escursionisti che percorrono i sentieri del Parco. Ricade nella zona di protezione integrale della valle del fiume Mingardo. Si prevedono 51 posti letto. I funzionari della riserva presentano dunque gli elaborati tecnici, che la Regione approva. Un piano articolato, che, secondo i proponenti, trasformerà una orribile palazzina costruita negli anni cinquanta, dai colori sgargianti, in una struttura per turisti, perfettamehte integrata nel paesaggio naturale. Si prevede un finanziamento, su fondi europei, di 700.000 euro, nell’ambito del Por 2000 – 2006. Prima ancora che inizino i lavori, però, il primo intoppo. I funzionari della Regione apprendono che lo stabile individuato dal Parco non è in realtà di proprietà di quest’ultimo, ma delle Ferrovie dello Stato. Queste ultime hanno anche dato mandato ad un’agenzia di metterlo in vendita. Prezzo base: 226.000 euro. La normativa europea prevede che i finanziamenti del Por non possano essere spesi in misura superiore al 10% per l’acquisto di un immobile. Nello specifico, solo 70.000 euro dei 700.000 possono essere perciò utilizzati per comprare la palazzina dalle Ferrovie. Interviene dunque il comune di Celle di Bulgheria che contrae un mutuo di 170.000 euro e integra la somma necesaria alla compravendita.
Subentra così al Parco nella titolarità del progetto e nella destinazione del finanziamento europeo. Tre anni fa iniziano i lavori, che consistono sostanzialmente nella ristrutturazione dei 4 piani e della mansarda, per adeguarli alle esigenze di un ostello per i turisti. Durano poco, meno di un anno, poi il cantiere chiude. I soldi richiesti ed ottenuti dall’Europa sono finiti. A malapena è stata completata la ristrutturazione del primo piano. Scende in campo la Regione Campania che, in base alla legge 51 del 1978 – quella che prevede stanziamenti a favore dei comuni per la realizzazione di opere pubbliche – getta sul piatto della bilancia un altro milione di euro, in due tranche da 500.000. Virtuali, peraltro, nel senso che, ad oggi, non sono stati ancora erogati a Celle di Bulgheria. Palazzo Santa Lucia ha infatti sforato i limiti di spesa imposti dal governo per il patto di stabilità e la Cassa depositi e prestiti blocca gli anticipi alla Regione, compresa la somma per l’ostello-fantasma. Non per questo si rinuncia a mungere la mammella di Bruxelles. Il Parco s’inventa infatti un altro progetto, nella stessa area. Prevede di realizzare un campo da tennis, campi per bocce, pannelli solari intorno all’ostello che sorgerà, se mai sorgerà, per i turisti. La Regione dà il via libera e l’Europa paga. «Gli impianti sportivi sono costati 486.000 euro», rivela Paolo Abbate, della Lipu. Soldi buttati pure quelli. Nel 2006 scade infatti la concessione che il comune di Celle aveva stipulato con un’associazione e i campi da tennis restano abbandonati.
Fabrizio Geremicca