L’ universo musicale dell’Ensemble Malvarosa Martedì 22 luglio alle ore 21 il gruppo sarà impegnato in un viaggio nella canzone napoletana d’autore “Voglio cantare e si nun canto moro, e si nun canto me sento murire. Me sento fa’ nu nureco a lu core. Nisciuno amante me lo po’ sciuglire”. In questi versi di Libero Bovio, racchiudenti tutta l’esplosione passionale del sentire partenopeo, si ritrova l’essenza dell’Ensemble Malvarosa, composto da Marino Cogliani voce e plettri, Mimma Virtuoso, voce, unitamente a Maurizio Cuomo e Luigi Cogliani alla chitarra, che martedì 22 luglio alle ore 21,00 incontrerà il pubblico dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in costiera dei fiori, promossi da Tonya Willburger con il contributo del Comune di Vietri sul Mare, della Regione Campania Assessorato Agricoltura ed Attività Produttive, della Camera di Commercio di Salerno, della Provincia di Salerno-Assessorato ai Beni ed alle Attività Culturali, dell’ Assessorato all’Agricoltura, del Centro Studi Salernitani Raffaele Guariglia, della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e dell’Ept di Salerno ed il patrocinio del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno e della Coldiretti. Si sentiva cantare. A Napoli, forse fino ad una quarantina di anno da, si sentiva cantare un po’ da per tutto, senza “chitarre e manduline” e senza alcun accompagnamento. Il canto non era una rappresentazione a beneficio di altri, si cantava per sé: per “sbariare”, per vivere un momento di pausa, per commuoversi o rallegrarsi. Da un balcone aperto o dalla strada veniva, ogni tanto, una canzone, un ritornello, una frase, voci di gente comune, voci isolate, voci di chi, forse, voleva inconsciamente placare una pena o ingentilire per un attimo il tran tran quotidiano. E come chi legge un libro interagisce con la pagina scritta, interpretando in maniera personale fatti e personaggi, così, chi canta, frugando soprattutto nella sua memoria, contribuisce un poco a ricreare quel canto. Le canzoni rappresentano la storia di un popolo che attraverso altissimi versi e musica immortale, si è posto in cammino, cantando il suo amore, aprendosi ad ogni contaminazione, pur mantenendo intatta la propria inconfondibile identità, misteriosa e sfuggente. L’Ensemble Malvarosa trasferirà nell’universo sonoro partenopeo, liberato da ogni manierismo esecutivo, quindi filologicamente puro, il senso della “Nuova musica”, che vuole il nostro tempo veder coesistere una tale mescolanza di stili, di linguaggi, di norme di vita, quale nessun altro periodo della storia musicale, rendendoci partecipi dei suoi appunti per lo studio di un dialogo della musica napoletana, con tutti gli altri generi. Il gruppo, fondato da Maurizio Cogliani nel 1990, che ha abbandonato poichè chiamato dalla Trentino School of Management che gli ha affidato la docenza di Musica al Mart>MAC Master of Art and Culture Management, Gestione delle istituzioni e degli eventi dell´arte e della cultura, in partnership con il MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, traccerà un itinerario che si snoderà attraverso quei luoghi e quelle tematiche, celebrate nelle canzoni napoletane, esaltando il carattere creativo della poesia popolare, che si perpetua perennemente attraverso molteplici e costanti modificazioni, elaborazioni e ricreazioni, diventando patrimonio espressivo della collettività, ogni qualvolta un singolo individuo li ricanti e li riempia della sua stessa personale spiritualità. Musiche e versi che con i loro contenuti hanno raccontato semplicità ed esoterismo, essoterismo e magia, rituali sacri e profani, feste popolari, evocati anche dagli otto danzatori in scena, in cui le suggestioni, le intonazioni di un vernacolo che è più una lingua che un dialetto si trasforma in un canto ora dolente, ora euforico, capace di esprimere l’eterno incanto dei sensi di questa magica Partenope, il cui canto è completato dal vigore ritmico e da quell’aggressività espressiva del ballo che sa trasformarsi in sfida. A fine serata presentazione del laboratorio del gusto dedicato all’olio extravergine di Oliva Dop Cilento proposto dal frantoio di Nicolangelo Marsicani di Sicilì, che vedrà il menù realizzato per la serata di giovedì 24 dal ristorante La Sosta di Vietri ove sono in esposizione le ceramiche di Francesco Raimondi.
Michele De Lucia