Napoli. Teatro Bolivar. Premiati con MeloGrammy.

I MeloGrammy al Bolivar.
A luglio 2008, al Teatro Bolivar, in via Bartolomeo Caracciolo 30, nella zona di Materdei, a Napoli, sono stati consegnati i MeloGrammy– Gli Oscar della canzone post-melodica, seconda edizione del premio, dopo undici anni, a favore della canzone napoletana post-melodica; la prima edizione si svolse al Teatro Mercadante in pieno boom neo-melodico.
La seconda, programmata al Teatro Bolivar, ha sottolineato il fenomeno post-melodico, affidato a un pugno di giovanissimi interpreti, già divi “local”, che ora azzardano la conquista del mercato nazionale.
La notte dei MeloGrammy 2008 si è presentata come un “homme-gala” premiando le nuove leve della canzone post-melò e i protagonisti della canzone neo-melò, che da quei lidi sono approdati ad altre affermazioni.
A suggerire i loro nomi Federico Vacalebre, giornalista del quotidiano più diffuso a Napoli, che ha seguito questi movimenti fin dai primi vagiti, e La Pina, che sta lavorando già da tempo ad uno sdoganamento del “pop-nap-sound”.
Lungo e familiare l’elenco dei riconoscimenti che sono andati, in ordine alfabetico a: Alessio, Emiliana Cantone, Mimmo Dany, Rossella Feltri, Antonio Ottaiano, Raffaello, Ida Rendano, Franco Ricciardi, Alberto Selly, Frank Tellina, quest’ultimo, unico, a porsi sul fronte della parodia, che abbiamo conosciuto, anni orsono, a casa del cardiologo Antonino Scialdone, quando intratteneva con arguzia e malizia sui temi napoletani retrò e non solo.
Premio alla carriera per Maria Nazionale, partita dalle sue “Storie ‘e femmene” per arrivare a Cannes con Gomorra e al plauso di un artista come Brian Eno.
Ci sono stati riconoscimenti anche per Luigi Romolo Carrino, lo scrittore di “Acqua storta”, storia di due camorristi gay scandita dalle melodie di Maria Nazionale ed Ida Rendano, e Maurizio Palumbo, regista dei video-clip di moltissimi degli artisti del movimento neo e post-melò, da Gigi D’Alessio in poi.
Nella serata, sapientemente condotta da Gianni Simioli, affiancato dalle due Ceraselle, Eleonora De Luca e Camen Gigliotti, risposta mediterranea alle Veline, è stata anche annunciata l’edizione 2009 dei MeloGrammy con la costituzione di un vero e proprio comitato di saggi e di addetti ai lavori; una piccola, ironica, Academy mediterranea, che procederà alle nominations per le categorie in gara.
Le Ceraselle in gonnellino di pomodorini e peperoncini hanno varie volte sostenuto, con accenni coreografici, le scene musicali, nonostante ogni premiato portasse via il peperoncino come buon augurio.
Alla fine, contro qualsiasi buon senso teatrale, mentre parlava il conduttore Gianni Simioli, il giornalista Federico Vacalebre ha lanciato verso la platea efebocratica, composta principalmente da dodicenni-sedicenni entusiaste, quasi tutti i cornetti, lunghi e di plastica, che bordavano le Ceraselle per appagare e per ringraziare un pubblico, in delirio e in deliquio, che, fondamentalmente vive le melodie come culla sonora da associare ad una prolungata voglia di fetalizzazione post-partum.
Le canzoni che rappresentano fanciulle in fiore e giovani virgulti partenopei, platea caldissima al Bolivar, risultano un fenomeno di costume, tutto da sondare ed esplicitare, nonché da approfondire nel taglio antropologico; nel vico, nei vicoli, nelle piazze centrali e periferiche della metropoli partenopea si rincorrono melodie che non attraccano alle radio nazionali o ai network di spicco, ma vengono inserite, ripetutamente, nei programmi delle radiolibere rionali o di estremi territori.
Si dovrà comprendere questo fenomeno dei neo-neomelodici o del “pop-nap-sound”, che non vedeva e non vede, assolutamente, al suo interno né un Massimo Ranieri e né un Pino Daniele, entrambi scugnizzi, provenienti dal quartiere Santa Lucia e dai “quartieri spagnoli”, oggi, però, tra le migliori espressioni di un sound mediterraneo solido, determinato e di qualità.
Maurizio Vitiello